“Caro lettore è giusto iniziare questo paragrafo ringraziando Antonio Romero Ruiz e la signora Isaura Navarro Casillas. Senza il loro sostegno sarebbe stato per me impossibile ottenere i documenti necessari per provare, al di là di ogni dubbio, l’inconfutabile coinvolgimento del governo nella pianificazione e nella perpetrazione della truffa dei prezzi di noleggio dei contatori elettrici…”
Inizia così la sezione Autor/Contacto del sito estafaluz.com di Antonio Moreno Alfaro. La sua missione, come spiega in quelle poche righe, è quella di denunciare le irregolarità che l’industria dell’energia elettrica compie nelle tasche degli spagnoli, gonfiando bollette a favore delle imprese. Da giugno 2008 questo sito offre agli utenti un’applicazione che permette al singolo cittadino di ottenere i dati necessari per reclamare l’abuso e ad oggi è riuscita a far risparmiare quasi 500 milioni di euro.
A fargli causa per “danni all’onore”, era stata la più grande società di energia elettrica spagnola, la Endesa, che lo aveva accusato di offesa dopo una vignetta satirica nei suoi confronti. Cinquanta mila euro più Iva era la richiesta della società. “Libertà di espressione e diritto di informazione”, la risposta nella sentenza del giudice Manuel Pérez Echenique. Libertà che Moreno ha sempre espresso, anche quando ha deciso deliberatamente di non firmare, lui ingegnere della Landis&Gyr – primo fabbricante mondiale di contatori – un accordo sotto banco sul prezzo dei contatori.
Da allora è chiamato Robin Hood, che protegge “i poveri” dalle angherie “dei ricchi”, difendendoli dalle truffe nel modo più efficace possibile: dimostrando che sono tali. Ogni giorno, tramite il suo sito, vengono inoltrati i reclami alle compagnie elettriche. Reclami che se non vengono evasi entro cinque giorni, costano alla compagnia 30€ di indennizzo. Inutile dire che le stanno provando tutte per chiudere il sito, come spiega lo stesso Moreno: “Il motivo reale per cui chiedono la chiusura del mio sito è impedire che gli utenti si informino sulle magagne che ho scovato nelle fatture della luce e facciano ricorso”. Una denuncia, la sua, di 300 pagine con tanto di documentazioni, leggi e regolamenti ufficiali, tutti online e facilmente consultabile nella sezione apposita del suo sito. Una denuncia che persiste e resiste. Alla faccia dei “ricchi”, Robin Hood vince ancora.
Ilaria Bortot
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