“Ci rimettiamo, ma abbiamo una dignità, d’ora in poi gli ufficiali giudiziari dovranno cercare fabbri fuori regione”. Il senso della rivolta dei fabbri di Pamplona è in queste parole, pronunciate dal presidente dell’assemblea di categoria. Nel capoluogo della comunità autonoma della Navarra i fabbri “serrano” i battenti e dichiarano di non voler accompagnare più gli ufficiali giudiziari nell’atto di esecuzione degli sfratti.
Un lavoro che, negli ultimi tempi, a causa dell’incalzante crisi economica, si è fatto sempre più intenso. Cittadini morosi, affitti non pagati, sfratti intimati. Ufficiali giudiziari che piombano nelle case accompagnati, appunto, dai fabbri: il ruolo di questi ultimi, cambiare la serratura per non consentire l’accesso ai debitori insolventi.
Debitori che, spesso, sono a capo di famiglie che vertono in una profonda depressione economica, incapaci di assolvere ai propri doveri di credito nei confronti dei legittimi proprietari . Non riescono, ancora, a pagare le rate del mutuo, sotto il peso di una morsa finanziaria insostenibile, imposta dagli istituti bancari.
Nei giorni scorsi, la decisione dei fabbri, una sorta di “obiezione di coscienza”: non cambieranno più le serrature. Gli ufficiali giudiziari? Che si rivolgano alla manovalanza esterna, che contattino i colleghi di altre regioni.
Nessuna ideologia, nessun simbolismo, nessuna retorica. Ci tengono, i fabbri di Pamplona, a ribadirlo. L’ obiettivo è semplice: offrire ai debitori la possibilità di ritornare nelle abitazioni nell’attesa di rinvii, consentire loro una sopravvivenza, sapendo che presto la proceduta nei loro confronti sarà comunque riavviata da parte della autorità giudiziaria competente.
Lo scenario sociale ed economico spagnolo, quello che ogni giorno si apre agli occhi degli osservatori locali e internazionali, offre una spiegazione della protesta, motivandola con dati, numeri e statistiche che non lasciano spazio ad alcun dubbio: con la crisi economica, in Spagna è scoppiata una vera e propria emergenza case.
Drastiche le conseguenze: oltre 50mila sfratti solo nell’ultimo anno, dei quali oltre 700 solo nei pressi di Pamplona. Grande lavoro per i fabbri, a fronte della recessione negli altri settori. Il risultato è una spira angosciante: suicidi, fughe. Drammi sociali. Se ne contano a decine.
Storie di dolore e disperazione, lette dai fabbri di Pamplona in modo inequivocabile: “Non possiamo essere complici di chi butta fuori persone dalla propria casa. Sappiamo che la nostra non sarà una rivoluzione, ma vogliamo essere un esempio per la società della Navarra”.
Emilio Garofalo
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