Il premier israeliano Benjamin Netanyahu è al centro di uno scandalo sulla mancata trasparenza della gestione dei soldi pubblici. Nell’esaminare le spese correnti di gestione della residenza del primo ministro, il giornale economico Calcalist (del gruppo editoriale Yedioth Ahronoth) ha riscontrato circa 10mila shekel (sui 2000 euro) spesi in un anno per gelati al pistacchio e alla vaniglia. Sarebbero quindi 14 i kg acquistati in media ogni mese (con un picco di 50 nel mese di maggio), decisamente troppi per un individuo solo.
L’opposizione ha colto la palla al balzo. Shelly Yacimovich, laburista e storica avversaria di Bibi, ha postato sulla sua pagina Facebook l’immagine del premier che mangia di gusto un cono: “Se scarseggia il pane consoliamoci con gelato e sorbetti” il commento al post. Il rimando alle politiche di austerity promesse dal governo è fin troppo chiaro.
Netanyahu, che prende circa 11mila euro mensili (più la copertura totale delle spese nella sua residenza a Gerusalemme), non è nuovo a rimproveri per lo stile di vita poco spartano. Il quotidiano Haaretz l’anno scorso ha portato avanti un’inchiesta sulle sue spese. Il risultato? Conti non saldati nei ristoranti, dal sarto, dal fioraio e dal suo barbiere. Impossibile non citare, infine, il banchetto del Likud, il suo partito, annullato (era proprio nel periodo pre-elettorale) perché Bibi aveva intenzione di pagarlo con i soldi pubblici.
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