Isole greche in vendita, Alba Dorata pronta all’incasso

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Aumento esponenziale del numero di abitanti nel Mondo, consumo di suolo sempre più sfrenato, speculazioni sul prezzo delle colture, produzione di biocarburanti, turismo industriale… Queste sono solo alcune delle ragioni per cui la terra è sempre più ambita, tanto che per alcuni Paesi diventa l’unica moneta di scambio prima del baratro. E’ il caso della Grecia, che a causa della crisi finanziaria generata dalla corruzione della sua classe dirigente è ormai costretta a scambiare le proprie isole in cambio di denaro. Dopo i tagli selvaggi agli stipendi del pubblico impiego e l’abbattimento del salario minimo, è infatti arrivato il momento di raschiare il fondo del barile. E per farlo la Grecia si è rivolta ad uno che di barili se ne intende: l’emiro del Qatar Hamad bin Khalifa Al Thani. Parliamo di uno degli uomini più ricchi del mondo, con un patrimonio personale di 2,4 miliardi di dollari accumulati in gran parte grazie allo sfruttamento del petrolio e del gas su cui galleggia il suo Paese. E’ lui ad essersi aggiudicato per 8,5 milioni di euro sei meravigliose isole nell’arcipelago delle Echinadi, proprio di fronte a Itaca, culla della cultura ellenica. L’emiro, la cui famiglia è proprietaria della squadra francese del Paris Saint-Germain, ha prima comprato l’isola di Oxia dalla famiglia Stamoulis, per poi acquistare le altre cinque isole dalla famiglia Grivas.

E questo è solo l’inizio di un fenomeno che potremmo definire “island grabbing”. Perché oltre alle ricche famiglie greche in difficoltà, a breve anche il governo del conservatore Samaras avvierà la dismissione di 40 isole da dare in concessione per 30/50 anni. Il rischio è naturalmente quello di speculazioni edilizie senza freno in una realtà naturalistica unica nel Mediterraneo. D’altronde le disastrate casse della Grecia hanno assoluto bisogno di denaro liquido e gli investitori stranieri aleggiano come avvoltoi sui resti di un Paese allo sbando. Già nel 2010 la compagnia cinese Cosco aveva preso in gestione per la durata di 35 anni una buona parte del porto commerciale del Pireo, uno dei più importanti d’Europa.

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E’ anche per questo che il partito di estrema destra nazionalista Alba Dorata è riuscito ad entrare in parlamento con 18 deputati, dopo una campagna elettorale tutta incentrata sulla difesa della Grecia dagli speculatori stranieri e dagli immigrati. Il rischio è che la svendita del patrimonio demaniale possa soffiare su questo fuoco estremista-nazionalista che nella realtà, più che combattere la finanza e l’austerity, se la prende con gli immigrati ed i profughi che arrivano dall’Asia e dall’Africa. Per la Grecia, infatti, passa circa il 65% dei migranti irregolari diretti verso l’Europa: per i nazionalisti alla ricerca di consensi è gioco facile prendersela con questa categoria. Certo ci sarebbe da preoccuparsi maggiormente di chi, come emiri e multinazionali, vuole veramente saccheggiare le loro risorse. La storia, però, è piena di guerre tra poveri scatenate da chi povero non è.

L’Italia, per il momento, sembra essere nelle condizioni di poter trattenere il proprio patrimonio, anche se è di pochi giorni fa la notizia secondo cui l’isola di Budelli, con la meravigliosa spiaggia rosa, sia stata messa all’asta. Il Ministro dell’ambiente Clini ha già affermato che il Governo eserciterà il diritto di prelazione sull’isola che fa parte del Parco Nazionale dell’arcipelago di La Maddalena e che merita assolutamente di tornare ad essere un bene comune.

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Sempre che in Qatar non sia arrivata la notizia…

                                                                                                                        Manuele Petri

                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                        

 


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