Kenya alle elezioni, almeno 12 i morti

Clima di attesa e di crescente tensione in Kenya, dove i cittadini sono chiamati alle urne. Saranno eletti, infatti, il presidente, i membri del Parlamento, i governatori regionali e i presidenti di 47 assemblee distrettuali. Non saranno elezioni “normali”, quelle keniote, dal momento che l’incubo violenze è sempre dietro l’angolo. Da giorni si temono attentati e omicidi, come avvenne nelle ultime consultazioni dove più di mille furono le vittime.

Anche la Chiesa ieri è scesa in campo e durante le omelie della domenica ha esortato la popolazione a votare in pace. A Nairobi già questa mattina si sono registrate le prime violenze. Nella notte e durante le prime luci dell’alba un gruppo di uomini armati e mascherati ha fatto irruzione in una stazione di polizia a  Changamwe, vicino Mombasa, e ha massacrato a colpi di machete gli agenti che erano all’interno. La stessa sorte è toccata ad una pattuglia giunta sul posto per soccorrere i colleghi. Ci sono almeno 12 morti: sei agenti e sei miliziani. L’attentato è stato rivendicato dal Consiglio Repubblicano di Mombasa, un movimento separatista radicale. Poco prima dell’agguato alla stazione della polizia vicino a Mombasa, altre cinque persone erano state fatte a pezzi nel villaggi di Kiliki, sempre lungo la costa dell’Oceano Indiano.

Cinque anni fa, durante le ultime elezioni, il Kenya affrontò una consultazione tesa, contrastata e caratterizzata da polemiche. I cittadini si recarono alle urne in massa, ma i risultati non furono chiari da subito. Si parlò di frodi, vennero effettuati diversi conteggi delle schede elettorali e venne assegnata la vittoria prima ad un candidato e poi all’altro, scaturendo una rivolta dei clan di riferimento dei due leader politici. Il Paese venne trascinato in una spirale di violenze e di sangue senza fine; il Kenya rischiò di soccombere schiacciato da un conflitto civile che si trascinò per diversi mesi.

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In questa tornata elettorale saranno otto gli aspiranti alla carica di presidente, ma solo due hanno possibilità di vittoria. Si tratta del primo ministro uscente Raila Odinga e del suo vice, Uhuru Kenyatta, figlio del padre della Patria, Jomo Kenyatta e accusato dal Tribunale internazionale de l’Aja di aver avuto un ruolo decisivo nella spaventosa carneficina di cinque anni fa.


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