L’opposizione siriana ha strappato un seggio alla Lega araba e ora punta all’Onu. Non sono convinti gli Stati Uniti, che si sono opposti al dispiegamento di batterie antiaeree Patriot in territorio siriano, come invece aveva richiesto Al Khatib, presidente della Coalizione Nazionale dell’opposizione (Cn).
L’opposizione siriana attualmente è vittima di divisioni interne, e contro di lei gioca la disillusione di molti dissidenti storici e oppositori politici del presidente, scontenti della piega che sta prendendo la “rivoluzione siriana”.
In una lettera indirizzata alla Lega araba, decine di intellettuali e attivisti hanno condannato l’egemonia che alcuni Paesi e movimenti politici esercitano sull’opposizione. “I conflitti tra i vari leader e il controllo dittatoriale di una delle sue correnti sulle decisioni della Cn, stanno indebolendo l’opposizione”, hanno scritto i firmatari del documento.
L’avvertimento è nei confronti del Qatar e dei Fratelli musulmani che circa dieci giorni fa avevano imposto la nomina di Ghassan Hitto come premier del governo provvisorio che dovrebbe amministrare le zone liberate; un’ imposizione che ha causato le dimissioni di Muaz al Kahtib.
Come riporta Nena News, se da un lato il Qatar e gli altri paesi difficilmente lasceranno prendere decisioni direttamente all’opposizione in merito al loro futuro, dall’altra parte l’Iran difenderà i propri interessi strategici aiutando l’alleato presidente siriano.
Secondo l’agenzia Afp si sono creati due schieramenti: Qatar e Turchia che appoggiano i Fratelli musulmani; Usa e Arabia Saudita più cauti. Saranno loro a decidere il futuro della Siria? Qualsiasi sia l’esito sarà molto diverso da quello sognato o immaginato dai primi rivoluzionari che due anni fa avviarono in strada le prime proteste contro il governo Assad.
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