Il governo spagnolo starebbe pensando di creare un esame ufficiale di “lingua spagnola” e “integrazione nella società” per gli stranieri che richiedono la nazionalità. Così figura nel programma della legge di riforma di integrazione, secondo quanto riporta l’agenzia Europa Press.
Attualmente il codice civile iberico stabilisce che la concessione della nazionalità venga rilasciata solo ai richiedenti che rispecchiano una buona condotta civica e un sufficiente grado di integrazione nella società spagnola, ma chi decide se il richiedente possiede queste credenze sono i giudici responsabili del Registro Civile in ogni singolo territorio, e i criteri variano da regione a regione. Alcuni già impongono un esame di cultura generale, altri solo intervistano i richiedenti per farsi un’idea della loro posizione sociale nel Paese. Ciò che il Ministero di Giustizia propone ora è di creare un “esame ufficiale” che venga attuato in tutte le regioni spagnole.
Il programma elettorale del PP nel 2011 già lo annunciava: “Richiederemo il riconoscimento dei valori fondamentali contemplati nella Costituzione spagnola, che sono alla base della nostra società, e la conoscenza sufficiente della lingua, la storia e la cultura spagnola per ottenere la nazionalità. Si darà una solennità adeguata all’atto di acquisizione della nazionalità spagnola”. Quest’annuncio è stato depositato in un testo legale: nell’articolo 60 del progetto preliminare della legge dei Registri. Tale articolo segnala che lo straniero richiedente nazionalità, nel momento di presentazione dei documenti che provano un periodo minimo di residenza in Spagna (tra i due e i dieci anni), tenderà a constatare anche che abbia superato un esame ufficiale che permetta di accreditare un grado sufficiente della conoscenza della lingua spagnola e dell’integrazione sociale nella società.
Tutto ciò, inoltre, non si farà davanti a un giudice, ma solo davanti un notaio, perché questa futura riforma dei Registri delegherà ai notai la celebrazione dei matrimoni e la gestione degli espedienti di nazionalità. Loro studieranno la documentazione del richiedente e il risultato di questi esami e accetteranno o rifiuteranno la sua proposta. Attualmente il regolamento della Legge del Registro Civile determina che, per accertare l’integrazione nella società, il richiedente indichi, tra le altre cose, “se parla Castellano o un’altra lingua spagnola; qualsiasi circostanza di adozione della cultura e dello stile di vita spagnolo, come studi, attività benefiche o sociali.
La proposta è ancora in fase di studio, e la bozza prevede anche una modifica all’articolo 25 del Codice Civile, ossia quello che raccoglie i motivi di perdita della nazionalità di chi non è spagnolo di origine. Ai motivi attuali (aver continuato ad utilizzare la nazionalità precedente pur avendo dichiarato la rinuncia ad essa, essere militare o carica pubblica in un Paese straniero o aver falsificato le carte) si aggiunge altro: il Governo potrà ritirare la nazionalità per ragioni imperative di ordine pubblico o di sicurezza o interesse nazionale. Inoltre, il fatto di essere militari o cariche pubbliche in un altro Paese ora implica già la perdita della nazionalità se questa carica è ancora occupata contro la proibizione espressa dal Governo spagnolo.
Luca La Gamma
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