I leader islamici americani si schierano contro il terrorismo degli attentati di Boston legato al nome dell’Islam
Alcuni leader islamici americani hanno convocato, venerdì 19 aprile, una conferenza stampa in cui hanno voluto denunciare gli attacchi della scorsa settimana a Boston e sollecitare i media a non collegare il nome della loro fede all’estremismo violento che ha portato all’attentanto della maratona. Hanno dichiarato di schierarsi contro il terrorismo legato all’Islam prendendo le distanze dai responsabili degli attentati, due fratelli ceceni che la stampa ha identificato come militanti islamici.
I due fratelli Tsarnaev, 19 e 26 anni, sono stati identificati come i responsabili delle bombe alla maratona di Boston; il più vecchio, Tamerlan Tsarnaev, è stato ucciso in uno scontro a fuoco, mentre il fratello minore, Dzhokhan Tsaenaev, inizialmente riuscito a fuggire, è poi stato arrestato. I funzionari hanno dichiarato alla stampa che la famiglia Tsarnaev è originaria della Cecenia, “una regione irrequieta la cui guerra civile con la Russia ha generato ondate di estremisti”.
Durante la conferenza stampa convocata dal Consiglio per le Relazioni americano-islamiche (CAIR) e da altri gruppi di leader musulmani, Benjamin Abdul-Haqq, l’Imam della moschea Masjid Mohammed di Washington, ha dichiarato che l’essere identificato come un musulmano è diverso dall’agire come tale: “il fatto che affermino di essere musulmani non li rende musulmani”. Abdul-Haqq ha definito l’attentato di Boston come “atto criminali, non atto religioso”.
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“L’Islam”, ha spiegato durante la conferenza il direttore esecutivo nazionale del CAIR, Nihad Awad, “come tutte le altre religioni non tollera né giustifica la violenza e gli atti terroristici commessi in nome dell’Islam sono in netta contraddizione con la fede”.
I leader musulmani si sono appellati agli americani chiedendo di non giungere a conclusioni affrettate e di non esprimere giudizi frettolosi rischiando di scagliarsi contro persone innocenti, perché ogni fede ha in sé elementi eretici e purtroppo alcuni giovani danno ascolto proprio a quegli elementi.
I leader musulmani del CAIR, del Consiglio Musulmano degli Affari Pubblici, della Società Islamica del Nordamerica e altri gruppi hanno espresso infine la loro frustrazione e l’umiliazione che ancora una volta i musulmani sono costretti a subire per difendere la loro fede contro le azioni degli estremisti.
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