Prosegue lo sciopero della fame intrapreso sabato scorso da oltre duemila immigrati detenuti in diverse carceri della Grecia. Lo sciopero è stato intrapreso contro il governo greco, che si è ufficialmente impegnato ad arrestare e deportare gli immigrati irregolari. Molti di loro sono entrati in Grecia senza documenti, mentre altri non hanno avuto la possibilità di rinnovare il permesso di soggiorno a causa di una mancata occupazione lavorativa regolare. Stime del governo greco evidenziano che su 10 immigrati irregolari presenti nei Paesi dell’Unione europea, 9 sono entrati irregolarmente dalla Grecia attraverso la frontiera turca.
L’immigrazione illegale è un tema d’attualità per l’estrema destra locale, cavallo di battaglia delle ultime elezioni nazionali, e da alcuni mesi il ministero dell’Interno ha adottato un massiccio sistema di controllo dei documenti degli immigrati.
Per combattere questo accanimento, gli stessi immigrati irregolari hanno intrapreso lo sciopero della fame, sostenuti da comunità e associazioni pakistane, bengalesi e afghane. E’ stata, inoltre, formata una commissione che chiede alle autorità il permesso di visitare gli scioperanti accompagnati da medici e avvocati. I centri in cui si trovano gli immigrati clandestini in sciopero della fame sono quelli di Amigdaleza, vicino Atene, di Corinto e altri nelle regione delle Tracia. Tre di loro hanno cercato di suicidarsi sabato, secondo il movimento locale “Uniti contro il razzismo e la minaccia fascista”.
L.G.
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