Sei settimane prima della proclamazione dello Stato di Israele, il 9 aprile 1948, le squadracce della Banda Stern e dell’Irgun (un gruppo terrorista sionista) entrarono, comandate da Menachem Begin (futuro Primo ministro israeliano), a Deir Yassin, un villaggio vicino Gerusalemme Ovest. La popolazione venne trucidata, le case rase al suolo. A 65 anni dal Massacro (leggi qui la storia completa), non è ancora concesso l’ingresso al cimitero (o, meglio, ai suoi resti, dato che i terroristi rasero al suolo anche le lapidi) ai parenti dei defunti.
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DEIR YASSIN.
Tutto è silenzio
a Deir Yassin.
Là, dove svettano
prepotenti e rigogliosi
cipressi e pini d’Aleppo,
non udrai più le grida
gioiose dei bimbi
di Deir Yassin.
Arrivarono di notte.
Li guidava Menachem Begin.
Un solo ordine:”nessun tesimone!”.
Tutto è silenzio a Deir Yassin,
solo il vento attraverso le fronde
urla al mondo:”Perché?”.
DEIR YASSIN.
Tutto è silenzio
a Deir Yassin.
Là, dove svettano
prepotenti e rigogliosi
cipressi e pini d’Aleppo,
non udrai più le grida
gioiose dei bimbi
di Deir Yassin.
Arrivarono di notte.
Li guidava Menachem Begin.
Un solo ordine:”nessun tesimone!”.
Tutto è silenzio a Deir Yassin,
solo il vento attraverso le fronde
urla al mondo:”Perché?”.
[…] Deir Yassin, uno dei massacri peggiori, circa 250 corpi furono ritrovati dalla Croce Rossa: quando gli abitanti si rifiutarono di lasciare le case, furono lanciate bombe incendiarie per costringere la popolazione ad uscire di casa per poi sparare loro a vista. Solo dopo due giorni venne accordato alla Croce Rossa di entrare nel territorio, avendo così il tempo di nascondere i cadaveri, addirittura cambiarono le indicazioni stradali per indurre in errore le squadre di soccorso. […]