“Com’è che se ne vanno tutti da qua?”: è questa la domanda che sta alla base del progetto di Sud Altrove, realizzato dall’associazione LiberaReggioLAB, che si propone di raccontare l’emigrazione dal Sud, data talmente per scontata che nessuno si è mai messo ad analizzarla davvero. Un occhio di riguardo, ovviamente, sulla situazione in Calabria, considerata la regione peggiore, quella dove chi se ne va toglie risorse umane giovani alla sua regione ma chi resta non sta con le mani in mano.
Per parlare del fenomeno dell’ “emigrazione giovanile” l’associazione ha puntato sulla realizzazione di un video-documentario, iniziato nel marzo 2012 e cofinanziato dell’Agenzia dei Giovani.
Un documentario che parla della situazione di oggi, piena di spunti e di persone interessanti, della realtà dei giovani che hanno deciso di fermarsi e di raccontare il loro Sud. Il Sud di chi resta.
Un percorso, però, fatto anche di studio, di approfondimenti, di leggi, di storia, di numeri. Senza dimenticare l’importanza di interrogare chi continua a raccontare la sua realtà d’origine nonostante abbia deciso di andare altrove, come Domenico Naccari, della comunità calabrese di Roma e Raffaella Cosentino, giornalista.
“Una delle cose che abbiamo imparato è che non è necessario vivere fisicamente in un luogo per fare qualcosa per esso – si legge sul sito del progetto – Tantissimi sono i calabresi e le calabresi che da fuori fanno qualcosa di importante per la loro terra. E’ anche vero che si tratta di risorse che, comunque, la Calabria perde: in termini economici, in termini di possibilità, di giovani, di idee, dicevamo, di cambiamento”.
Quelli che se ne vanno non lo fanno solo per il lavoro, per lo studio o per “cercare fortuna”. No. A spingerli c’è anche il bisogno di trovare un posto culturalmente migliore, la possibilità di emanciparsi, di poter essere se stessi senza rimanere vincolati alle proprie origini. E così, quando si decide di andare, spesso si decide di non ritrovarsi, di non cercare quelli come te, di non fare rete – a differenza del passato.
Proprio per questo motivo, SudAltrove è diventato un documentario itinerante che si sta spostando in tutta Italia, con il proposito di coinvolgere gli emigrati, oltre che quello di far conoscere la realtà calabrese in tutta Italia.
Ed è diventato anche un libro che, come spiegano i ragazzi di LiberaReggioLAB, parla di “storie di ‘ndrangheta e di resistenza con i tweet dei nuovi emigrati, immersioni nel passato con leggi, numeri e volti reali del presente. (…) l’emorragia dalla Calabria è invece prepotentemente attuale e, nel rappresentarla, un gruppo di giovani calabresi si fa soggetto – oltre che oggetto – di un discorso su una generazione, la terra d’origine e i suoi altrove”.
Il tutto realizzato in licenza Creative Commons, perché il “desiderio di comunicazione e di libero scambio” è la filosofia che sta alla base di tutto il progetto.
Ilaria Bortot
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