Continua lo sciopero della fame di Ayman Yousef Ahmad, prigioniero palestinese nelle carceri israeliane. Le sue condizioni di salute stanno peggiorando sempre di più.
Ayman Yousef Ahmad Abu Daoud è un giovane venditore di stoffe di 32 anni, studia all’università di Al-Quds e vive a Hebron con la sua famiglia. La vita di Ayman non è stata molto semplice, già una volta è stato detenuto nel carcere di Megiddo, dove ha potuto ricevere visite da sua moglie soltanto due volte, poi gli è stato impedito formalmente per non meglio precisate “ragioni di sicurezza”.
Attualmente Ayman non può più ricevere visite da nessun membro della sua famiglia: è stato trasferito alla prigione di Jalameh e messo in isolamento totale. Ayman ha sempre vissuto a Hebron, vicino ai suoi genitori ed alla sua numerosa famiglia (sei fratelli e quattro sorelle); è sposato e ha due bambini, Mohammed e Qutaiba. Sono in molti a pensare che gli arresti di Ayman dipendano da suo fratello Raed Abu Daoud, ‘martire’ nella seconda Intifada. Il centro studi per i prigionieri palestinesi ha affermato che le sue condizioni di salute stanno peggiorando. Ormai sono 27 giorni che è in sciopero della fame per chiedere di essere liberato.
L’ARRESTO – Il responsabile per l’informazione del centro studi per i prigionieri palestinesi ha detto che le forze dell’occupazione l’hanno arrestato nuovamente il 13 febbraio 2012 dopo che era andato a firmare nella base militare israeliana (situata nella parte meridionale della città di Hebron), così come gli era stato imposto dalle forze occupanti ormai sette anni fa. Così il prigioniero ha deciso di iniziare uno sciopero della fame fino alla sua liberazione; ciò ha portato ad un grave peggioramento delle sue condizioni di salute e ha costretto le forze occupanti a trasferirlo all’ospedale della prigione di Ramla.
UNA SOLIDARIETA’ DIVISA – Il movimento di solidarietà e sostegno nei confronti del prigioniero Abu Dawud è molto debole e questo, secondo gli analisti sta portando a un aumento di pressioni e ricatti nei confronti dei carcerati affinché interrompino lo sciopero della fame. Alle varie fazioni della società palestinese gli attivisti chiedono di unirsi nel difendere i diritti dei prigionieri e nell’intensificare le attività di solidarietà nei loro confronti.
28 ANNI DI RECLUSIONE – Dopo il suo arresto, Ayman è stato immediatamente trasferito nel centro per gli interrogatori di Jalameh/Kishon, dove, per i primi dieci giorni gli è stata negata qualunque tipo di visita, sia da parte di un legale che da parte della sua famiglia. Dopo circa 17 giorni di interrogatorio, Ayman è stato formalmente accusato di aver finanziato persone affiliate ad Hamas. Essendo stato in precedenza rilasciato grazie ad uno scambio di prigionieri (precisamente nello scambio con il soldato Gilad Shalit, similmente a Samer Issawi), Ayman è soggetto all’articolo 186 del Codice militare 1651, che lo rende processabile dalla corte militare di Ofer. In base a questa legge, Ayman rischia una condanna a 28 anni di reclusione.
Davide Santoro
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