Negli Stati Uniti è tempo di riforme in materia di immigrazione: oggetto di discussione del Congresso un “compromesso” tra repubblicani e democratici che, se accettato da entrambe le forze, costerebbe a milioni di stranieri la possibilità di diventare cittadini americani.
Negli Usa, ogni anno, ci sono milioni di “potenziali” americani: sono gli immigrati che, affidandosi alla buona sorte, sperano di ottenere, vincendo una vera e propria lotteria, la Green Card (Permanent Resident Card), ovvero la chiave di accesso alla cittadinanza per diventare statunitensi a tutti gli effetti.
Il sogno a stelle e strisce, che prosegue ininterrotto ormai da vent’anni, è però in questi giorni minacciato: stando agli accordi sui banchi del Congresso, l’intesa tra le due grandi forze politiche americane potrebbe, di colpo, sbarrare le porte del Paese agli oltre 55mila stranieri che, grazie alla Green Card, ogni anno hanno la possibilità di regolarizzare, in via definitiva, la loro permanenza entro i confini americani.
I senatori (la maggior parte di essi sono democratici) hanno giustificato l’intenzione di sospendere l’emissione dell’agognato documento in quanto l’estrazione dei “vincitori” sarebbe indiscriminata, nonché facile oggetto di truffe e manipolazioni. Dunque, una soluzione necessaria, come anche ribadito dal senatore democratico Charles Schumer, che ha denunciato una serie illiceità legate alla Green card, perpetrata da siti illegali.
Si sta, pertanto, pensando a un sistema che premi, invece, competenze, curriculum, studi compiuti, capacità professionali. Un’ingiustizia, secondo i nostalgici della vecchia tessera, perché il nuovo metodo azzererebbe le peculiarità di ogni persona che richiede la regolarizzazione.
Infatti, le caratteristiche degli stranieri sono “condizionate” in particolar modo dal paese di provenienza: grandi e instancabili i lavoratori i cinesi e gli indiani, accese attitudini alla vita domestica e strette connessioni con quella familiare per messicani e filippini.
Diventa, dunque, improvvisamente instabile quel ponte costruito tra America e paesi africani o caraibici (ma anche Nepal, Albania, sud del mondo) sul quale, di anno in anno, hanno sognato milioni di persone e ve ne hanno camminato decine di migliaia.
Critico il deputato Donald Payne: “Questi tipi di visto sono uno dei pochi modi in cui la gente dall’Africa e dai Caraibi possono venire in questo paese”. A fare eco al senatore del New Jersey, il gruppo che riunisce i parlamentari afroamericani, il Black Caucus: “Senza la Green Card Lottery non arriveranno più immigrati dal Continente Nero”.
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