di Joshua Evangelista
Sono stato a Istanbul tra i manifestanti di Taksim dopo aver trascorso due settimane in Iraq. Non ho avuto, fortunatamente, la possibilità di vedere come i media nostrani avessero affrontato le proteste in Turchia. Potete immaginare quanto sia stato traumatico il rientro in Italia, soprattutto appena mi sono reso conto del fastidioso vociare intorno a una protesta che i giornalisti hanno voluto a tutti i costi interpretare secondo i loro canoni, basati su semplicioneria e arroganza. Chiariamo alcuni punti:
1) Il popolo turco non è tutto contro Erdogan. Provate a girare tra le strade di Kayseri, Izmir o qualunque altra grande città. Poi fate lo stesso nei villaggi. Parlate con i lavoratori, con i conducenti di bus, con i camionisti, con i venditori ambulanti di frutta secca. Rimarrete sorpresi. Per quasi tutti Erdogan è l’uomo delle riforme, della Turchia che diventa super potenza, che non piega la testa all’Europa, che diventa faro “moderato” ispirazione di tutto il Medio Oriente post primavere. Una parte assai consistente della popolazione lo stima (e, ahimè, in alcuni casi lo venera). Forse più in là ci si renderà conto che il suo capitalismo sfrenato non porta solo buoni frutti, ma per ora le cose stanno così. Facciamocene una ragione.
2) Di conseguenza, il popolo turco non è quello di Occupy Gezi. Come ho avuto modo di dire in radio e agli amici di Facebook, c’è purtroppo la tendenza a prediligere la pancia piena alla libertà di espressione. In Turchia la censura esiste eccome, ma il male maggiore è l’attitudine a preferire il “non avere problemi”. Conosco persone che evitano di pronunciare le parole “Kurdistan”, “genocidio”, “assimilazione”. E anche prima di mettere un like su Facebook ci si pensa due volte. Questo ovviamente non è da ricondurre unicamente al governo attuale: la paura di dire la propria riguarda anche i rapporti d’affari, di amicizia, di buon vicinato (un mio amico curdo non ha mai detto ai suoi coinquilini la sua città di origine).
3) Piazza Taksim non è piazza Tahrir. Istanbul non è Tunisi. Ankara non è Damasco. Evitiamo di parlare di primavera turca. Qui nessuno manifesta per il pane. Stiamo parlando di situazioni lontane anni luce dalle rivolte arabe del 2011. Cari giornalisti, evitiamo di giocare con la storia.
4) I manifestanti non sono un blocco unico di persone. Come per ogni rivolta, si tende a fare l’identikit del manifestante. Proviamo ad andare, per una volta, oltre il concetto di folla. A Taksim ci sono belle e brutte persone, studenti che per la prima volta hanno la possibilità di urlare la propria rabbia contro un sistema endemicamente sbagliato e delinquenti che hanno approfittato del trambusto per spaccare vetrine e imbrattare i muri. Evitiamo di demonizzare o esaltare il movimento. Resta il fatto che, prima degli sgomberi, tra le tende di Gezi Park il clima era davvero bello: i curdi potevano liberamente cantare nella propria lingua e danzare i propri balli, le famiglie passeggiavano tranquillamente in un ambiente sereno.
4) La protesta ha cambiato fisionomia. Gli ultimi giorni prima degli sgomberi hanno visto piazza Taksim tornare alla sua vocazione turistica. Solo che, al posto dei villeggianti da crociera c’erano giovani di tutta Europa interessati a respirare l’aria della rivoluzione. Di conseguenza la piazza è diventata un vero bazar: carretti pieni di maschere di V per Vendetta acquistabili per una manciata di lire, venditori di bombolette spray, tavoli con t-shirt del Che e di Ataturk. Molti manifestanti della prima ora avevano nel frattempo abbandonato la piazza, dopo che la genuinità della loro protesta era stata risucchiata da partiti e movimenti politici organizzati.
5) Basta con il mito di Ataturk. Come se non bastasse la patetica resa romantica della rivolta (dove ogni giorno ci si affanna a cercare una nuova “foto simbolo”, dagli amanti manifestanti alla vecchietta con la fionda), i nostri media si sono divertiti anche a idolatrare Mustafà Kemal, meglio conosciuto come Ataturk. Poco importa che l’eroe nazionale turco (se lo si offende si va in carcere) in nome del progresso abbia praticamente annientato ogni forma culturale non conforme a quella maggioritaria, rendendo la vita dei curdi un vero e proprio inferno. Poco importa che il profeta in questione si sia formato tra quei Giovani turchi i cui metodi brutali nello sterminio degli armeni ispirarono un certo Adolf Hitler.
Detto questo, viva i manifestanti genuini, quelli che non vogliono apparire davanti alle telecamere buttandosi sotto un blindato, quelli che sognano una Turchia veramente democratica, plurale e senza censure, quelli che sfidano la brutalità fascista della polizia con la non-violenza. Quelli che non sono identificabili con i prototipi disegnati dai nostri giornalisti ignoranti.
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[…] si può ancora ridere. I bimbi “contaminati dall’allegria” – Daniele Ottobrino 12) Quel che ho visto a Gezi Park – Joshua Evangelista 13) Come si cresce tra le bombe di Sarajevo. La storia di Alan – Luca La […]
Joshua, non metto in dubbio nè quello che hai visto e riportato nè la tua buona fede di giornalista comunque lontanissimo da Erdogan e simili personaggi….però, però questo aprirebbe ulteriore questioni. Sul ruolo di un reporter, sul fatto di quanto possa essere “neutro” e soprattutto se sia giusto essere “neutri”rispetto agli avvenimenti. E comunque ti volevo solo dire che il tuo pezzo sembrava una risposta condiscendente a Erdogan che non a caso batte molto sia sul complotto internazionale, sia sul fatto che i giornalisti stranieri dovrebbero raccontare la vera Turchia (la sua, chiaramente). Io faccio il fotografo, ma non sono mai stato neutro, tutt’altro, su questo la penso come il grande (e non a caso deriso da chi ha nutrito per anni con le sue foto) Tano D’Amico. Ciao.
Caro Joshua,ho letto e riletto il tuo pezzo. E più che lo leggevo e più che mi strideva maledettamente. Poi ho capito il perchè. I punti che elenchi sono più o meno condivisibili, e la tua rabbia capisco che è rivolta contro un modo discutibile di fare giornalismo, inspecie da noi. Ma l’effetto ottenuto è terribile : è filo Erdogan al cento per cento. Sarebbe come se tu avessi fatto un reportage da piazza della Bastiglia nel 1789 e avessi dato dei sanculotti ai manifestanti ! Vogliamo vedere le conseguenze della presa della Bastiglia o ci vogliamo fermare alle devastazioni? (scusa l’esempio esagerato ma spero sia chiaro) E, scusami, ma le ultime righe sono comunque improponibili, veramente, potrebbe averle scritte qualunque giornalista governativo un po’ meno rozzo di Erdogan che continua ad apostrofare i suoi oppositori come vandali, anarchici e terroristi. Dividere come fai tu i manifestanti in “buoni” e “cattivi” è francamente democristiano, non te la prendere. Un caro saluto. p.s. Liala Mistretta con le sue cronache su rai news 24 mi pare entri molto meglio nel caso….
Stefano, a me non interessava prendere le parti del governo o dei manifestanti (ma chi mi segue sa bene qual è il mio pensiero sul governo turco). Se, a mio avviso, una buona parte della popolazione sta con Erdogan da cronista devo dirlo. Anche se la cosa può non piacer(mi). E se durante i miei otto viaggi in Turchia degli ultimi due anni le persone mi hanno giustificato la loro devozione al presidente con queste argomentazioni io le riporto. Anche se non le condivido.
Non divido i manifestanti in buoni e cattivi, ma in piazza (quando ero lì) c’era di tutto. Anche persone poco coinvolte con le motivazioni intrinseche dell’occupazione e mercenari dal gadget facile.
Detto questo, rispetto a quando ho scritto questo articolo, ora la mia attenzione è completamente rivolta alla repressione della polizia.
Non ho scritto che Erdogan non è legittimato dal voto ma, come credo lei ben sappia, il suo obiettivo era quello di avere la maggioranza assoluta per poter varare riforme costituzionali unilaterali ma non è riuscito nel suo intento. Se si pensa che un Paese al 98% musulmano non ha votato, per il 50%, un partito di chiara ispirazione musulmana e con l’opposizione inesistente significa che metà della popolazione è contro l’uso della religione in politica . Se ha girato in lungo e in largo per la Turchia avrà potuto notare che gli estremismi di questo governo non sono condivisi. Se poi aggiungiamo che non ci può essere legittimità democratica nell’uso della violenza verso manifestanti pacifici, il quadro che ne viene fuori è di un governo, lungamente osannato da quei media occidentali come islam moderato (questa sì che è una castroneria), e di un primo ministro dogmatico feroce e poco propenso alla democrazia. Ed è questo il vero volto di Akp, non quello reclamizzato a lungo. Faccia una bella inchiesta su come vengono gestite le commesse pubbliche, a chi vanno gli appalti, come vengono (in molti casi) assunte le donne nei posti di lavoro, dove vanno i soldi di questa economia emergente. Se ha girato la Turchia avrà visto lo scempio del territorio per rincorrere uno sviluppo che dipende quasi interamente dall’estero quindi dai piedi d’argilla e dove solo una parte della popolazione beneficia di questi progressi economici. Difetti non presenti solo in Turchia, ma che vengono esaltati come una vittoria della politica di Akp. E a tutti quelli che inneggiano a Erdogan, faccio presente che vent’anni fa la Turchia, seppur con i suoi difetti, era più democratica e i fatti di questi giorni lo dimostrano. In questo momento i mezzi pubblici vanno in una sola direzione a Istanbul, verso la manifestazione pro Erdogan, mentre la polizia brutalizza tutti quelli che vogliono protestare chiamandoli terroristi. Le manifestazioni, infine, non sono solo a Istanbul ma in molte zone della Turchia, sapendo come i mezzi di informazione siano censurati e come sia grande la Turchia è evidente un malessere diffuso. Una lotta contro la deriva antidemocratica di Erdogan e Akp.
Sono assolutamente d’accordo con lei sulle commesse pubbliche e sulle derive anti-democratiche di questo governo (che appaiono sempre più lampanti). Altrettanto d’accordo sull’edificare schizofrenico che sta distruggendo il territorio. Le manifestazioni si stanno diffondendo in varie città, verissimo. Non le so dire se venti anni fa la Turchia era più democratica di adesso. Continuo a dissentire, tuttavia, sul consenso di Erdogan. E la censura sulla violenza della polizia non contribuisce sicuramente a invertire la rotta
Mona, va bene l’apologia di Erdogan però non esageri. Soprattutto argomenti sui fatti, non sulle chiacchiere. Comunque si capisce quanto democratica sia chiamando gruppetto di scassa minchia chi protesta pacificamente ma utilizzandoli poi per attaccare gli italiani. Prima si metta d’accordo con se stessa, poi possiamo discutere. Per quanto riguarda il consenso popolare faccio presente che alle ultime elezioni Akp ha ottenuto poco più del 50%, non consentendo a Erdogan la possibilità di fare riforme costituzionali unilaterali, quindi il gruppetto di scassa minchia sono poco meno del 50% della popolazione. Egregio Joshua Evangelista, non mi pare che il suo articolo possa considerarsi esaustivo e più informato di tanti altri. Nonostante si pensi che gli italiani siano poco informati, le assicuro che molti sanno benissimo che il 98% della popolazione è musulmana, ma sanno anche che molti di loro non apprezzano la politica di Erdogan e infatti non lo votano (diventa lungo il discorso su come Akp raccoglie i voti e non vado fuori argomento).
Giuseppe, la mia era una riflessione e non un’analisi socio-politica, che rimando a data da destinarsi. Si ricordi che la Turchia non è solo Istanbul, e le posso garantire (per quello che ho potuto vedere io nelle 8 volte in cui sono stato negli ultimi due anni, girando un po’ tutto il paese, da Edirne fino a Diyarbakir) che Erdogan è letteralmente adorato. Probabilmente la repressione della polizia influirà notevolmente sulla sua popolarità, ma per ora la mia impressione è che la sua posizione sia altamente leggittimata da una parte consistente della popolazione. E, per rispondere alla sua analisi sulle percentuali dei votanti, andare oltre il 50% del consenso in un paese frastagliato e multietnico non è cosa da poco.
Joshua E.
Chiariamo alcune cose. Non sono a favore di Erdogan, la cui politica è lontanissima dal mio modo di concepire la cosa pubblica. Dico solo che per semplicioneria i media italiani si sono dimenticati di una consistente parte di popolazione che lo supporterà sempre e comunque. La mia non è una critica alla protesta ma all’immagine romanzata che è uscita in Italia.
Joshua Evangelista
Le manifestazioni di piazza non sono state fomentate dall’Occidente, ma dai turchi che hanno manifestato pacificamente e sono stati brutalmente attaccati dalla polizia e dal governo. Se disinformazione è quella di mettere in evidenza questi fatti allora è disinformazione. Per quanto riguarda le scommesse sul cavallo perdente è davvero balzano fare paralleli di questo tipo. Erdogan non vuole entrare nella UE. Poi nel novero dei successi mettiamoci tutte le leggi che limitano le libertà dei turchi, come l’ultima sugli alcolici, oppure la repressione delle opposizioni, quella sulla censura costante dei mezzi di informazione, quella sulla repressione delle comunità Lgbt. L’economia del Paese è in mano all’oligarchia politica di Akp che trae benefici e isola chi non è dalla loro parte. Non tutto il Paese la pensa come Erdogan, fatevene una ragione ed evitiamo di parlare di complotti contro la Turchia come se le persone che protestano, e i tanti turchi all’estero, fossero dei pericolosi eversivi. Non mi piacciono i regimi, sia militari che religiosi, se qualcuno invece li gradisce è un suo problema.
Mi pare che la legge sugli alcolici non limita assolutamente la liberta di nessuno anzi e un bene per tutti, e leggi come queste sono applicate anche in paesi occidentali come l’America!
Per quanto riguarda il resto mi pare che c’è veramente tanto impegno nel cercare qualche pretesto per per scagliarsi contro il governo di Erdogan, vi ricordo che e stato votato e eletto da più di 60 milioni di turchi due volte consecutive e s’è stato votato per tutti questi anni vuol dire che tanto mele non è!! basta vedere come era economicamente la Turchia prima del suo arrivo e ora!
capisco che non possa andare bene a tutti ma per democrazia la maggioranza vince quindi il grupetto di gente che scassa la minchia e crea tutto questo casino deve farsene una ragione e aspettare le prossime lezione !
poi io mi meraviglio tanto di voi italiani che ogni vota siete primi a appoggiare le proteste contro i governi di altri paese, ma guarda un pò a casa vostra siete muti come dei pesci vi fate mettere i piedi in testa da un politici che sta riducendo il vostro paese ad uno schifo senza ribellarvi mai a nulla, ma almeno c…o prendete esempio e ribellatevi anche voi al vostro governo ch’è 1000000 di volte peggiore a quello della Turchia!!!!!!11
votano anche putin
Mi pare che la legge sugli alcolici non limita assolutamente la liberta di nessuno anzi e un bene per tutti, e leggi come queste sono applicate anche in paesi occidentali come l’America!
Per quanto riguarda il resto mi pare che c’è veramente tanto impegno nel cercare qualche pretesto per per scagliarsi contro il governo di Erdogan, vi ricordo che e stato votato e eletto da più di 60 milioni di turchi due volte consecutive e s’è stato votato per tutti questi anni vuol dire che tanto mele non è!! basta vedere come era economicamente la Turchia prima del suo arrivo e ora!
capisco che non possa andare bene a tutti ma per democrazia la maggioranza vince quindi il grupetto di gente che scassa la minchia e crea tutto questo casino deve farsene una ragione e aspettare le prossime lezione !
poi io mi meraviglio tanto di voi italiani che ogni vota siete primi a appoggiare le proteste contro i governi di altri paese, ma guarda un pò a casa vostra siete muti come dei pesci vi fate mettere i piedi in testa da un politici che sta riducendo il vostro paese ad uno schifo senza ribellarvi mai a nulla, ma almeno c…o prendete esempio e ribellatevi anche voi al vostro governo ch’è 1000000 di volte peggiore a quello della Turchia!!!!!!
votano anche per putin
Sono concorde col fatto che non sia una delle tante primavere.
Però piano su Ataturk: i suoi meriti ce li ha.
Su Erdogan: un giornalista del giornale T24 scrive che E. ha scelto una strada molto pericolosa che radicalizzerà sempre di più la Turchia e che rischia di mettere in discussione la stabilità del paese.
Certo che una parte della popolazione lo stima. Qaule? Però c’è anche una parte che invece è scesa in piazza.
Scusate, ma questo articolo, per uno che c’è stato, mi sembra un po’ misero.
Perchè c’è chi vuole far taccere una voce dìinformazione che non accetta di fare disinformazione di massa come fa la maggior parte dei media pubbliche e private in Italia e nell’occidente in generale
Perchè qualcuno parla di Erdogan come si parlasse di Saddam Husssein o Di Ussama Bin Laden?
Perchè in occidnete nessuno ha la diognità come politco o anche citadino comune di ammetere che l’Europa ha sbagliato politica con la Turchia e ha scommesso sul cavallo perdente la Grecia per il simplice fatto che la Grecia è origine dellìEuropa e la Turchia rappresneta forse il mondo ostile.
Perchè nessuno ammette che la Turchia ha fatto dei passi giganti in Economia basti ricordare che non ha più debiti con il fondo monetraio internazionale, anzi la Turchia si propone come paese in grado di versare nelle sue casse???
Perchè nessuno ammette che solo con questo Governo la Turchia a piegato la didatura militare alla qyuale l’Europa è sempre nostalgica quando si tratta di abortire ogni cambiamento politico e sociale che non piace alle capitali europee?
Ciò che avvine in Tutrchia è un cambiamento epocale non lo vede solo uno ceco o sooltanto un occidnete abituato avedre l’altro non com è ma come lo specchio europeo gli lo suggerisce dai tempi classci fino ai tempi di Fokoyama
Sono in costante contatto con amici turchi, colleghi universitari che sono stati con me in italia durante la loro borsa di studio, ragazzi di religione islamica.
Sono indignati, come lo sono io, perchè una manifestazione pacifica a Gezi Park è stata gestita in maniera dittatoriale e violenta. Quello in Turkia è un regime, tale e quale a quello di Mussolini o di Hitler. Quando parli…sappi che non parli a incompetenti ignoranti. Perchè le televisioni turche non danno alcuna informazione di quello che accade?…e peggio ancora, perchè io devo andare su siti inglesi o americani per avere notizie?
Appello a Joshua Evangelista: basta castronerie facendo credere di sapere la verità. Torna pure in Turchia da Erdogan. E basta commenti da persone che spacciano la loro ignoranza per verità.
Appello a Giuseppe, se non sei mai stato in Turchia allora TACI!
Mery se non sai chi è il tuo interlocutore, meglio evitare di fare certe asserzioni. Comunque vedo che sei in linea con il governo che vuole tutti ridotti al silenzio. Meno prosopopea, selamlar.