Cento palestinesi sfrattati e arrestati. “Hanno costruito su territori dei coloni”

Lunedì 17 giugno, le forze di polizia israeliane hanno arrestato un centinaio di palestinesi, dopo averli fatti uscire forzatamente dalle loro case, per “acquisto illegale di immobili “.

Gli appartamenti costruiti a Shu’fat e a Beit Hanina, furono messi in vendita nei mesi scorsi ed acquistati da palestinesi residenti in Israele. L’irruzione ha portato all’arresto dei proprietari degli immobili con l’accusa di aver acquistato senza licenza di costruzione regolare e di trovarsi su di un terreno illegale.

“Per terreno illegale”, dicono le fonti, “si intende territorio su cui non possono essere costruite case destinate ai palestinesi “. Le persone arrestate e condotte nel carcere di al-Maskoubia, sono tuttora detenute ed obbligate a versare 800 shekel (circa 200 euro) di multa per acquisto illegale di immobili . Inoltre il giudice stabilirà la cauzione da versare per uscire di prigione in attesa del processo.

“Questo non è che l’ennesimo atto di forza, compiuto da Israele nei confronti dei palestinesi “, afferma Ramadan, un parente di alcuni degli arrestati ,”in questo modo lo Stato ci obbliga a lasciare le case, per poi darle a coloni ebrei, inoltre ci riduce al lastrico per trovare i soldi per fantomatiche multe su illegalità inesistenti e per la cauzione . Noi abbiamo pagato per avere queste case, abbiamo i documenti che dimostrano la legalità della costruzione, ma a loro non importa nulla!”

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Graziella Adwan


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