Ieri circa 3,5 milioni di persone hanno sfilato a San Paolo lungo Avenida Paulista in occasione del Gay Pride Brazil 2013, evento che si tiene ogni anno dal 1997 e che è entrato nel Guinness dei primati come il più grande raduno di questo tipo nel mondo. E’ stata l’occasione per festeggiare l’approvazione della legge che ha dato il via libera al matrimonio gay in Brasile. Lo scorso 14 maggio, infatti, il Consiglio nazionale di giustizia (Cnj) ha stabilito che le istituzioni autorizzate a celebrare il rito civile non potranno più rifiutarsi di unire in matrimonio persone dello stesso sesso. Fino a quel momento solo alcuni stati, tra cui quello di San Paolo, avevano approvato questo tipo di nozze, mentre nelle altre regioni era il singolo giudice a concedere l’autorizzazione. Così il Brasile si è aggiunto ad Uruguay e Argentina tra gli stati dell’America Latina ad avere approvato le unioni gay. A meno di tre mesi dalla visita del Papa a Rio de Janeiro in occasione della Giornata mondiale della gioventù (23 al 29 luglio), il Paese più cattolico del mondo manda così un segnale forte di apertura al riconoscimento dei diritti degli omosessuali.
Il Gay Pride Brazil 2013 non ha però dimenticato di far sentire la propria voce contro l’omofobia, piaga molto difficile da eliminare in Brasile. I partecipanti hanno richiesto l’approvazione di una legge specifica che punisca con pene esemplari gli atti di violenza contro gli omosessuali. Solo pochi giorni fa la stella del calcio Neymar era stato accusato di aver girato uno spot considerato omofobo. Il campione brasiliano, recentemente acquistato dal Barcellona, nello spot indossava un paio di slip e si mostrava sorridente alle clienti di un negozio. Quando però entrava in scena un uomo, Neymar scappava via furtivamente. La Lupo, azienda produttrice della biancheria intima, si è dovuta scusare pubblicamente annullando la campagna promozionale.
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