I Comitati di coordinamento locale anti-regime nella regione di Damasco denunciano l’ennesima strage che sarebbe stata compiuta dalle forze del regime di Assad. Sarebbero oltre mille infatti le vittime dell’ultimo bombardamento aereo in cui, stando alle non ancora verificabili testimonianze degli attivisti, sarebbero state usate armi chimiche. L’aviazione avrebbe infatti lanciato non meglio specificati gas tossici contro la popolazione civile. Il regime, ovviamente, smentisce; la Lega Araba ha fatto pressione affinché gli ispettori Onu si rechino nella regione e approfondiscano quanto accaduto. Proprio in questi giorni gli ispettori sono infatti in missione a Damasco per verificare l’uso o meno di armi chimiche. E questa concomitanza, secondo il regime, non sarebbe una coincidenza: la denuncia dei gruppi armati sarebbe quindi solo “un tentativo di ostacolare il lavoro degli ispettori dell’Onu sulle armi chimiche”, secondo quanto riportato dalla tv di Stato Sana. Fonti militari riferiscono che l’attacco – in cui non sono state usate armi chimiche – è l’operazione “più massiccia dall’inizio del conflitto”, che è stato rivolto “ai jihadisti e ai terroristi” e che rappresenta “soltanto l’inizio”.
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