Il dramma dei rifugiati afgani in Siria

 Sembra non esserci fine alla drammatica vicenda dei richiedenti asilo provenienti dall’Afghanistan che rischiano di annegare nelle acque europee ed australiane per rimanere bloccati nella città di Salmas al confine tra Iran e Turchia. Probabilmente non esiste una sola terra al mondo che non rechi le impronte dei richiedenti asilo afghani. Tre decenni di guerra, di mancanza di sicurezza e di instabilità hanno infatti costretto milioni di persone ad abbandonare l’Afghanistan e a cercare rifugio in altri paesi.

 In seguito all’acuirsi della violenza in Siria, le notizie da questo paese confermano che circa mille richiedenti provenienti dall’Afghanistan si trovano attualmente bloccati nei sobborghi di Damasco. Questi richiedenti asilo hanno trovato perlopiù rifugio in alcune case abbandonate nella zona di Sayyida Zainab a Damasco. I richiedenti si trovano a tre-quattro chilometri di distanza da Irbin, Zamalka, Jobar e Ein Tarma, tutte zone coinvolte con i presunti attacchi chimici del 21 agosto.

 Molti di loro sono di religione sciita e temono attacchi da parte dei fondamentalisti salafiti e degli estremisti wahabiti che attualmente controllano la zona. I salafiti in particolare, sono famosi per il loro odio nei confronti degli sciiti, nonché per gli omicidi che sono soliti compiere nei loro confronti.

 Il Signor Adabi, uno dei richiedenti asilo che si trova attualmente in Siria, ha affermato che “molti richiedenti asilo afghani non hanno nessuna possibilità di abbandonare la Siria, in quanto si ritrovano circondati da zone di guerra e a parte un documento rilasciato loro da UNHCR, non possiedono nessun altro documento che consenta loro di lasciare il Paese”.

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Secondo il sito ufficiale di UNHCR, attualmente i richiedenti asilo provenienti dall’Afghanistan in Siria sono più di 1750. Ali Faqiri, un altro richiedente asilo in Siria, afferma: “Le persone che hanno disponibilità economica sono già fuggite verso altri paesi, come ad esempio la Turchia, ma vi sono ancora circa un migliaio di persone bloccate in questa guerra ed impossibilitate ad uscirne anche a causa della mancanza di denaro”.

Ali Faqiri, che ha aiutato e salvato la vita di diversi richiedenti asilo in Siria, ha anche aggiunto che in passato il luogo in cui avevano trovato rifugio è stato attaccato da alcuni missili, i quali hanno provocato la morte di dieci persone e il ferimento di altre trenta. Faqiri e alcuni suoi amici criticano aspramente sia il governo afghano che UNHCR, affermando che le loro richieste di aiuto non sono mai state prese in considerazione né dal governo né dall’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati.

Ha poi aggiunto che “nonostante i richiedenti asilo siano stati registrati all’ufficio dell’UNHCR ed abbiano ottenuto lo status di rifugiati, nessuno di loro ha ottenuto protezione da questa organizzazione. Secondo le leggi internazionali, UNHCR è responsabile della sicurezza di coloro a cui ha riconosciuto lo status di rifugiato; purtroppo quando ci rivolgiamo all’ufficio UNHCR di Damasco, i suoi dipendenti ci insultano ed umiliano, in quanto affermano che i loro servizi sono destinati ai siriani, non agli stranieri. Sono dei razzisti”.

GOVERNO IRRESPONSABILE –  Adabi, un altro richiedente asilo in Siria, afferma: “Mentre il ministero degli Esteri afghano ha più volte annunciato attraverso i media che tutto sarebbe stato fatto al fine di facilitare un rimpatrio sicuro dei richiedenti asilo in Afghanistan, nulla è di fatto avvenuto”. Anche il signor Adabi accusa il governo afghano di fare propaganda senza fondamento attravero i media. Il governo avrebbe infatti affermato di aver tentato di facilitare il rimpatrio dei richiedenti asilo in Siria, ma che questi avrebbero rifiutato l’aiuto del governo, in quanto avrebbero preferito essere trasferiti in paesi occidentali. La realtà è che nessuno è stato contattato o aiutato dal governo.

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 Tutto questo accade mentre il numero di richiedenti asilo provenienti dall’Afghanistan è in costante aumento in diversi paesi del mondo. Queste persone vagano da paese a paese, in Europa, negli Stati Uniti e in Australia, cercando un luogo sicuro in cui vivere ma nella maggior parte dei casi il loro sogno non si avvera e si ritrovano invece a dover affrontare situazioni di volta in volta più dure. Le statistiche di alcune organizzazioni per i diritti umani, mostrano come dal 2009 più di mille richiedenti asilo abbiano perso la vita nelle acque australiane, nei confini tra Iran e Turchia e nel tragitto tra Grecia e Italia.

UNA CATASTROFE IMMINENTE –  Dopo il presunto attacco chimico nei sobborghi di Damasco molti sono i timori per i richiedenti asilo in questo paese. Il Signor Adabi afferma: “Le donne e i bambini compongono più del 50% dei richiedenti asilo afghani in Siria. Tra di loro ci sono 475 bambini tra gli 8 e i 15 anni e circa 90 donne, delle quali 24 sono vedove.”

 Considerando le ultime notizie provenienti dalla Siria è probabile che la situazione in questo paese andrà peggiorando e se il governo afghano o le organizzazioni internazionali non interverranno, i richidenti asilo di questo paese dovranno affrontare una vera e propria catastrofe.


Profilo dell'autore

Basir Ahang
Basir Ahang è nato in Afghanistan a Kabul ma dal 2008 vive e lavora in Italia. Giornalista di professione si occupa prevalentemente di Afghanistan e diritti umani con un’attenzione particolare alla situazione dei rifugiati e delle donne. Ha collaborato con diversi giornali e agenzie internazionali. Alcuni suoi articoli sono stati pubblicati su BBC persian, Al Jazeera e Deutsche Welle. Basir Ahang si occupa anche di poesia e di cinema. Molte delle sue poesie sono state tradotte in italiano e in inglese. Attualmente collabora con diversi siti di informazione come frontierenews.it, kabulpress.org e hazarapeople.com
di cui è anche direttore.

Sito personale di Basir Ahang : http://www.basirahang.com
Twitter: @Basirahang

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