Un paio di settimane fa il nostro Manuele Petri aveva pubblicato la sua classifica personale delle dieci canzoni più belle contro la guerra. Da allora i lettori di Frontiere News ci hanno inviato mail, messaggi e commenti pieni di segnalazioni, suggerimenti, inviti all’ascolto. Abbiamo deciso quindi di selezionare altre dieci canzoni pacifiste prese direttamente dalle vostre segnalazioni, che ben si integrano con la nostra precedente “classifica”. Buon ascolto.
1. Le deserteur
Caro presidente, proprio non me la sento di andare in guerra, non sono un assassino… Il pezzo di Boris Vian, uscito nel 1954 e ben presto inno pacifista in tutto il mondo, racconta in dodici semplici ma efficaci strofe di quattro versi ciascuna, legati in rime baciate, il rifiuto di un soldato di andare alle armi. La canzone uscì in occasione della fine della Guerra d’Indocina.
2. La guerra di Piero
“Quando è uscita, La guerra di Piero rimase praticamente invenduta; divenne un successo solo cinque anni dopo, con il boom della protesta, con Dylan, Donovan e compagnia. Penso che finirò per scrivere una canzone in favore della guerra, che naturalmente venderò nel 1980 quando ci sarà qualche “guerra sacra” in nome di qualche non meglio identificato ideale”, diceva con sarcasmo Fabrizio De André a un giornalista del Corriere Mercantile di Genova nel 1968. Le “guerre sacre” effettivamente si sarebbero susseguite, così come la poesia triste di Faber avrebbe scosso le coscienze di intere generazioni.
3. Ohio.
“Nixon sta arrivando con i (suoi) soldatini di piombo e noi finalmente siamo (uniti) da questa parte. In questa estate sento il rullo dei tamburi, quattro morti nell’Ohio”. Cambiano i presidenti Usa, cambiano gli scenari geopolitici, eppure questo capolavoro di Neil Young è sempre attuale.
4. Hate and War
Quando la musica diventa un megafono della frustrazione dovuta a politiche ingiuste. Un punk cupo, quello dei Clash, che rispecchia il mood di una generazione disillusa da una rivoluzione a metà e da un clima internazionale fatto di paure e di odio per il diverso.
5. Masters of War
Rispetto al pacifismo soffuso di Blowin’ in the Wind, qui Dylan si lascia andare in una denuncia esplicita e cruda per i signori della guerra, per i quali il cantautore ritiene non ci possa essere perdono.
6. War
Bob Marley richiama all’uguaglianza tra gli uomini, condizione necessaria per la fine della guerra è l’abbattimento delle differenze di razza, classe e nazionalità. Sullo sfondo il discorso che fece Hailé Selassié alle Nazioni Unite: Noi africani, combatteremo, se necessario, e sappiamo che vinceremo, poiché confidiamo nella vittoria del Bene sul Male.
7. Generale
Successo incredibile per De Gregori con una canzone diventata bandiera del pacifismo italiano. In realtà la ballata ha riferimenti precisi: il servizio militare del cantautore romano presso Malles Venosta. La collina è il Col di Tarces, la notte è “crucca e assassina” perché di lingua tedesca e intrisa del sangue versato dagli indipendisti altoatesini. Il treno “dietro la stazione” era ben visibile dai bagni della caserma Wackernell che sorgeva proprio in via della Stazione. Così quando un generale degli alpini visita la caserma suscita i sentimenti pacifisti e nostalgici di chi si trova lontano da casa per fare il servizio militare.
8. For What it’s Worth
Come un evento piccolo e circoscritto possa dar vita a una canzone bellissima e inno al pacifismo mondiale rimarrà sempre un mistero. Nella canzone, infatti, Stills racconta una notizia di cronaca locale: i disordini sul Sunset Strip di Los Angeles, quando gli hippie della zona manifestarono contro una petizione dei commercianti del quartiere per far cessare il rumore nell’area. Ma tant’è, l’impatto della canzone fu così forte da farla piazzare 63esima nella lista delle migliori 500 canzoni di sempre redatta dalla rivista Rolling Stone.
9. C’era un ragazzo che come me…
Un giovane Morandi con la sua voce pulita raccontava la guerra con semplicità e coinvolgimento. La canzone è importante anche per il peso degli artisti che ne hanno fatto cover: Joan Baez ha cantato il brano in italiano, Era um Garoto que Como Eu Amava os Beatles e os Rolling Stones è invece la versione portoghese portata al successo in Brasile dalla band Os Incríveis nel 1970.
10. Joan of Arc
L’intelligenta sopraffina di Leonard Cohen lo porta a umanizzare e smitizzare l’eroina francese. Una volta sul rogo Giovanna d’Arco “perde la sua verginità di guerriera trasformandosi all’ultimo momento in carne, in essere umano”. La voce di Cohen fa il resto.
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