La tratta dei 20mila bambini messicani

Sono in fuga da una delle aree più pericolose del mondo, un affare ghiottissimo per la criminalità organizzata. Parliamo di bambini, bambine e adolescenti centroamericani, migranti non accompagnati con altissimo rischio di entrata nei circuiti della tratta. Un affare che frutta alla criminalità organizzata 10 miliardi di dollari all’anno. 

A lanciare l’allarme è Soleterre, che nel suo recentissmo report “Il cammino della paura – I diritti violati dei migranti e dei loro difensori in Messico”  descrive la tratta dei minori come il business più redditizio per la criminalità messicana dopo il traffico di armi e droga. E le vittime designate sono soprattutto i migranti irregolari e in particolar modo i minori che sempre più spesso percorrono i sentieri verso gli Stati Uniti da soli.

SESSO, DROGA E RECLUTAMENTI. Secondo il Governo messicano sarebbero 20.000 i bambini, bambine e adolescenti vittime della tratta. Del resto sul territorio messicano operano almeno 47 bande specializzate nella tratta di persone a fine di sfruttamento sessuale e lavorativo. Così i bambini del centro America vengono costretti a lavorare come operatori sessuali, spacciatori di droga e armi o come “polleritos”, gli addetti alla recluta degli altri bambini. Non sono rari i casi in cui ai sequestri seguono riscatti alle famiglie.

L’ESODO DEI BAMBINI. A preoccupare in modo particolare è il numero dei bambini non accompagnati che provano a oltrepassare la frontiera. Secondo il Customs and Border Protection degli Stati Uniti nel 2008 i fermi di bambini non accompagnati erano meno di 10.000, mentre nel 2012 la cifra è salita a 25.000. Di questi più di 10.000 (10.146) provengono da Guatemala, Honduras ed El Salvador. Fuggono da tre tra i paesi con il più alto tasso di criminalità, ma il loro esodo conosce una tappa altrettanto crudele nelle stazioni migratorie dove vengono detenuti:  vengono privati di diritti fondamentali (alla salute, all’educazione, all’unità familiare e all’integrità fisica, solo per citarne alcuni) e spesso (14%) subiscono abusi. Un circolo vizioso, considerando che la tappa successiva è il rimpatrio: condannati quindi a tornare nel contesto di violenza da cui fuggono. Negli ultimi anni circa il 23% dei minori detenuti  nelle stazioni migratorie erano bambine.

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IL REPORT. Ne “Il cammino della paura – i diritti violati dei migranti e dei loro difensori in Messico” Soleterre denuncia sia le politiche migratorie statunitensi che quelle messicane, oltre ovviamente alla criminalità organizzata che gestisce la tratta e il traffico di essere umani. Una complicità che  porta ad una massiccia violazione dei diritti umani dei migranti (con un focus su donne e bambini).

COME MUOVERSI. Secondo Soleterre, “un primo urgente provvedimento è di sospendere il reato di clandestinità per i minori non accompagnati e per le donne vittime di violenza e poi procedere alla concessione dello status di rifugiato ai migranti provenienti da zone con tassi altissimi di violenza causati dall’imperversare del crimine organizzato, come in America Centrale e in Messico. Per farlo bisogna una volta per tutte qualificare ufficialmente il crimine organizzato come “agente di persecuzione” e non solamente come agente criminale comune”.


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