Il collettivo “Le venticinque undici” ha raccolto le testimonianze di alcuni profughi siriani arrivati in Italia con l’imbarcazione che aveva fatto naufragio l’11 ottobre 2013 nella zona Sar di Malta. Ciò che ne esce fuori, irrobustito anche dall’inchiesta di Fabrizio Gatti, è molto chiaro: “Se i soccorsi fossero partiti subito, il naufragio, avvenuto verso le 17, sarebbe stato evitato e non sarebbero morte più di 250 persone, tra cui moltissimi bambini”, scrivono gli autori.
Nel racconto si parla degli spari dell’imbarcazione libica che voleva fermare la nave (“Guardie costiere libiche? Non è dato saperlo”), così come dell’assoluta indifferenza da parte delle autorità italiane dopo le numerose telefonate di sos; dell’ammasso nella struttura di Porto Empedocle e la farsa delle impronte digitali.
Leggi anche: “La marina italiana ci ha rubato tutto”, il racconto dei profughi siriani“
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