Un adolescente palestinese è stato ucciso da soldati israeliani nel campo profughi di al-Jalazun, vicino Ramallah. Wajih Wajdi al-Ramahi, di soli 15 anni, è stato freddato alle spalle, di fronte alla sua scuola. Portato in ospedale, Al-Ramahi è stato messo in cura intensiva ma non è riuscito a farcela. Lo riporta l’agenia Ma’an.
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I primi testimoni oculari hanno dichiarato che nell’area in cui si trovava il ragazzo non c’erano stati né scontri né lanci di pietre che avrebbero potuto, in qualche modo, provocare l’azione dei militari. Alcune fonti interne all’esercito, rimaste anonime, hanno dichiarato a Walla che in realtà qualche scontro c’è stato, nell’area del campo profughi; i soldati avrebbero quindi voluto, stando a quest’ultima ricostruzione, sparare qualche proiettile in aria. Mancando, evidentemente e tragicamente, l’obiettivo.
Il giornalista palestinese Linah Alsaafin ha poi commentato su Twitter: “Tutti stanno mettendo enfasi sul fatto che non erano presenti scontri o lanci di pietre. Ma anche se così fosse, sarebbe importante? Non ci sono scuse per l’assassinio di un bambino!” Molto probabilmente le truppe di occupazione hanno crivellato il corpo del ragazzo da una torretta della vicina – e illegale – colonia di Beit El. Una portavoce dell’esercito israeliano ha dichiarato che è stata aperta un’inchiesta interna sull’accaduto.
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