La moda del momento che ha ormai contagiato uomini e donne di tutto il mondo è sicuramente quella del ‘selfie’, la versione social del vecchio autoscatto. La superficialità e l’egocentrismo che solitamente s’accompagnano a questa pratica vengono meno però in questa particolare circostanza. In Libano l’autoscatto è stato usato per dire basta alla violenza: alcuni cittadini hanno infatti dato il via ad una protesta tramite i social media sui quali postano dei “selfie” insieme a messaggi di pace e speranza. Ci è voluto poco prima che il nome della protesta diventasse un popolare hashtag (#notamartyr) nato per lanciare un messaggio chiaro e d’impatto: non vogliamo essere martiri dell’estremismo e del fondamentalismo.
Il tutto è iniziato con un autoscatto, una foto di amici che si è presto tramutata nel simbolo di questa protesta. L’immagine risaliva al 27 dicembre scorso, scattata a Beirut pochi secondi prima dell’esplosione dell’autobomba che ucciso il politico Mohammad Shatah e altre 6 persone. Fra loro anche Mohammad al Shaar, 16 anni, uno dei ragazzi ritratti nella foto, morto il giorno successivo per le ferite riportate. La tragedia ha colpito i libanesi a tal punto da dare il via a questa singolare protesta.
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