Wainaina, lo scrittore kenyota che fa coming out sfidando le leggi anti-gay

 

Binyavanga Wainaina, uno degli scrittori africani di maggior successo, ha deciso di fare coming out e rendere pubblica la sua omosessualità in risposta alle leggi omofobe approvate di recente in Nigeria e Uganda. Lo ha fatto in occasione del suo 43° compleanno pubblicando Mamma, io sono un omosessuale, una rivisitazione degli ultimi giorni di vita di sua madre, morta nel 2000 senza che lo scrittore potesse tornare in Kenia per darle l’ultimo saluto. Definito dallo scrittore il capitolo mancante della sua autobiografia dal titolo Un giorno scriverò di questo posto (2011), il racconto vede Wainaina riuscire ad incontrare la madre un’ultima volta per dirle la verità sulla sua sessualità.

Considerato uno degli autori africani più apprezzati della sua generazione, Wainaina è nato a Nakuru nel 1971 ed ha vissuto la sua gioventù in Kenya per poi trasferirsi in Sudafrica dove ha intrapreso gli studi universitari e iniziato a lavorare come scrittore e giornalista freelance. Nel 2002 si è aggiudicato il Canian Prize for African Writing con il racconto breve Discovering Home. Dopo aver fondato la rivista letteraria Kwani?, ha intrapreso diverse collaborazioni giornalistiche, tra cui quella con la rivista “Internazionale”.

Gli stereotipi utilizzati dai media per descrivere il mondo africano sono spesso al centro dei suoi lavori tanto che nel 2005 ha pubblicato Come scrivere d’Africa, saggio in cui elenca i luoghi comuni con cui gli africani vengono bollati e relegate in un immaginario implicitamente razzista.

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Nonostante anche in Kenya sia vietato esprimere la propria omosessualità, Wainania ha sentito il bisogno di ribellarsi alla crescente discriminazione verso l’omosessualità in Africa, continente in cui più della metà degli stati hanno leggi omofobe. “Ho ricevuto migliaia di messaggi di incoraggiamento da africani in tutto il mondo”, ha affermato in questi giorni lo scrittore che ha voluto sottolineare come per lui sia stato molto più facile fare outing in quanto appartenente ad una elite. Per questo ha voluto ricordare un suo amico gay morto in Kenya tempo fa ai cui genitori è stato vietato di fare una messa in memoria del figlio.

Lo scrittore ha dichiarato che continuerà a viaggiare in Nigeria, dove è stata appena approvata una legge che prevede fino a 14 anni di carcere per chi si dichiara omosessuale, e in Uganda dove invece il parlamento ha stabilito che gli omosessuali possono essere condannati all’ergastolo.

di Manuele Petri


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