Ogni anno a Cipro centinaia di migranti e richiedenti asilo vengono rinchiusi per periodi prolungati in strutture equiparabili al carcere. Lo denuncia Amnesty International a seguito di una ricerca condotta per studiare la condizione dei migranti sull’isola. Secondo il diritto comunitario la detenzione come forma di controllo dell’immigrazione dovrebbe essere usata solo come ultima opzione, avendo le autorità dimostrato che si tratta di uno strumento necessario e che altre misure meno restrittive siano risultate insufficienti. Al contrario, a Cipro la detenzione dei migranti e dei richiedenti asilo appare una prassi comune, anche tra categorie vulnerabili come rifugiati siriani e donne separate dai loro bambini.
“Ponendo in detenzione decine di persone ogni mese, Cipro mostra una profonda mancanza di umanità e un completo disprezzo per i suoi obblighi internazionali – ha dichiarato Sherif Elsayed-Ali, direttore del Programma migranti e rifugiati di Amnesty International – Temiamo che Cipro usi la detenzione sistematica dei migranti per intimidire e scoraggiare altri migranti e richiedenti asilo”.
Rispetto all’ultima ricerca effettuata da Amnesty International a Cipro, risalente al 2011, l’unica notizia positiva è che queste persone non vengono più detenute nella prigione centrale di Nicosia ma nel centro di Menogia. “Menogia è una prigione a tutti gli effetti. Dietro una doppia barriera metallica alta diversi metri, i detenuti sono trattenuti in condizioni di sovraffollamento e possono uscire solo due ore e mezzo al giorno”, ha sottolineato Elsayed-Ali. Amnesty denuncia, inoltre, che lo scorso 6 marzo nel centro di Menogia ha incontrato 9 rifugiati siriani di cui uno aveva già fatto richiesta di asilo politico. “L’unica conclusione possibile è che i siriani che arrivano a Cipro vengano posti in detenzione per far sapere ad altri siriani che non saranno i benvenuti sull’isola”, spiega Elsayed-Ali.
La ricerca di Amnesty International viene resa pubblica alla vigilia di una manifestazione che si terrà a Bruxelles il 20 marzo, in occasione del Summit dell’Ue in cui saranno definite le nuove linee guida in materia di libertà, sicurezza e giustizia. In quella occasione gli attivisti e le attiviste di Amnesty International chiederanno ai leader europei di proteggere i migranti e i rifugiati lungo le coste europee. La mobilitazione si ripeterà anche in 12 stati membri dell’Ue, sotto lo slogan “S.O.S. Europa: prima le persone, poi le frontiere”. In Italia, la mobilitazione di Amnesty si terrà il 22 marzo a Catania, in piazza dell’Università dalle 11 alle 18.
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