Viaggio nel limbo dei writers

 

“Ergo Sum”, di Valerio Polici

“I graffiti erano il pezzo mancante nel nostro puzzle per rimanere teen-ager tutta la vita”
(Ruzd Cmd crew. Berlin 1999)

Diventare adulti è un processo complicato e a volte molto doloroso. Le responsabilità, le rinunce, la perdita dello stupore non sono sempre facili da accettare.

Terrorizzati da questo passaggio alcuni ragazzi decidono di fermarsi per un po’ in uno stadio intermedio, di prendere la loro ora d’aria, prima che spensieratezza e leggerezza svaniscano per sempre.

Ho deciso di raccontare questa sospensione attraverso una comunità, quella dei writers, che nei graffiti trovano lo strumento perfetto per quest’evasione. Nell’ossessiva ricerca di una libertà momentanea, tendono a sostituire il mondo reale con la loro micro realtà, alla quale sentono di appartenere davvero.

Le loro esistenze vengono catapultate in questo limbo popolato da miti leggende e gesta eroiche, dove spesso rimangono intrappolati per tutta la vita condannandosi a un eterno vagare.

Nata nei ghetti newyorchesi – negli anni della profezia di Warhol dei “15 minuti di fama per tutti” – questa subcultura era l’espressione del senso di inadeguatezza che gruppi di individui provavano verso una società che mai si sarebbe accorta di loro.

Cercarono di rincorrere questa fama scrivendo le proprie storie di invisibilità su ogni superficie urbana, per gridare al mondo intero la loro esistenza.

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Oggi questo fenomeno ha contagiato gran parte del globo occidentale, ponendo le radici nei tessuti sociali più differenti. Non più retaggio delle classi meno agiate, ma occasione per tutti, di poter ricostruire la propria identità, seppur in una realtà parallela, svincolati da tutte le limitazioni personali.

Il fascino del proibito, gli ostacoli e la teatralità dei luoghi dove si svolgono le “missioni”,  fanno sembrare le loro vite, quelle di moderni cavalieri erranti sempre alla ricerca di nuove avventure.

Negli ultimi due anni ho seguito diversi gruppi di writers, in Europa e in Argentina. Tra incursioni, scalate, corse infinite e tanta adrenalina, questa è la storia della loro fuga, e in parte anche della mia.

Rome 2012. Lookout up on a hill
Rome 2013. A broken CCTV surveillance camera is seen along the railway line
Rome 2013. Entering from a broken gate into the subway line

 

Athens 2012. In the car

 

Belgrade 2012. In the depot

 

Berlin 2013. Painted wall along the subway line

 

Rome 2012. Before painting in a subway depot

 

Rome 2013. Passing through an hole in the fence, to reach the subway depot.

 

Lisbon 2011. Down on a subway tunnel emergency entry

 

Rome 2012. Stairs to the subway depot

 

Rome 2013. Reaching the subway depot

 

Rome 2013. CCTV monitor on a subway engine-room

 

Rome 2013. Before getting off the subway tunnel

 

Rome 2013. Railway landscape

 

Rome 2013. Using a fire extinguisher against security guards, to escape easier

 

Athens 2012. Climbing a wall towards the railway line

 

Rome 2012. Sleeping in the car after the action

 

Rome 2013. Smoking in the kitchen

 

Rome 2013. Looking up on a high fence, the entry of a subway engine-room

 

Buenos Aires 2012. Inside a commuter train

 

Belgrade 2012. Walking through a bridge under a railway station

 

Athens 2012. Sketching at home

 

Rome 2013. Tattoed body details

 

Naples 2012. Checking the security guards movements

 

Rome 2013. Opening a drain to go underground towards the subway tunnel

 

Lisbon 2011. Exiting from a huge hole, subway engine room

 

Balkans 2012. Travelling on a commuter train

 

Rome 2012. Jumping a fence to reach the depot.

 

Rome 2013. Subway engine-room

 

Rome 2013. Walking on the bench of a subway tunnel
Rome 2012. Checking the security guards patrol

 

Belgrade 2012. Getting off the depot

 

Rome 2013. Checking a security guards walking up on a grating

 

Rome 2012. Checking the police arriving before exiting from the depot

 

Lisbon 2011. Looking in the tunnel

 

Rome 2013. A fire extinguisher is used against security guards to escape easier



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