Se Matteo Salvini attacca l’Iran

In una Italia disorientata, in presa alla totale confusione politica, c’é ancora chi ascolta i politici e spesso senza aver accertato le fonti delle dichiarazioni per partito preso ne condivide il pensiero. Non importa la militanza nel partito, ma di certo le parole di un politico ancora oggi hanno piú credito di quelle di un qualsiasi cittadino.

Il caso, che fortunatamente non ha avuto la solita risonanza mediatica, si è verificato pochi giorni fa quando il Segretario Federale della Lega Nord, Matteo Salvini, in un post su Facebook ha dichiarato:

Questa sua affermazione é stata condivisa circa 1900 volte da altri utenti Fb. Al post pubblicato da Salvini hanno fatto seguito migliaia di commenti (alcuni in sostegno del leghista, altri invece – da parte di iraniani e non – che lo accusano di non conoscere la realtá contemporanea iraniana). Nella dichiarazione di Salvini si denota non tanto una poca o errata informazione in materia di politica estera, ma al contrario, il poco interesse nei confronti dei problemi umanitari. Invece di auspicare che i matrimoni con le 13enni non avvengano piú, in nessun paese del mondo, invece di cercare attraverso la sua carica politica di interferire in qualche modo in queste pratiche purtroppo ancora in uso in alcuni paesi. La sua unica priorità è strettamente connessa all’Italia. L’importante è che queste ‘tradizioni’ non arrivino in Italia…in Padania soprattutto!

Le parole di Salvini hanno subito fomentato odio, basta leggere i commenti dei suoi sostenitori che, senza nemmeno accertarsi delle parole del politico, hanno preso per ‘sincere’ le sue affermazioni scatenando un vero e proprio contenzioso sul web.

Da una frase relativa ai matrimoni ‘tradizionali in Iran’ si è arrivati alla discriminazione di chiunque sia musulmano, appartenente a qualunque paese islamico e nei confronti degli iraniani tutti. Anche chi semplicemente ama l’Iran per meraviglie storiche, chi ha solo fatto un viaggio o chi ne studia la cultura o la lingua é stato insultato.

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La storia ci mostra che da qualche decennio alcuni paesi occidentali, Italia inclusa, sembrano soffrire di una mania persecutoria nei confronti della religione islamica e dei suoi credenti. Questa intolleranza religiosa al quale è stato dato il termine di islamofobia ha portato a un’altra forma di apartheid, chiamata iranofobia, nella quale non è più solo il musulmano in sé ad essere l’oggetto della discriminazione, ma la Repubblica Islamica dell’Iran in toto. Questa paura è stata per lo piú generata dalla mancanza di una informazione corretta e da tanti articoli di propaganda.

Che in Iran vi siano dei grossi problemi da risolvere lo sappiamo tutti e questa non è la sede di elencarli. Dall’elezione peró del nuovo presidente Hassan Rohani avvenuta lo scorso giugno 2013, in Iran si sta lavorando ogni giorno e con grande fatica per cambiare o modificare lo stato delle cose. La strada non è per nulla facile poiché una parte dei conservatori che detengono istituzioni chiave non sono d’accordo sulle aperture auspicate dal nuovo Presidente. C’è molto lavoro da fare e le informazioni errate sul paese che giungono in Italia o appositamente fabbricate per screditare il paese, rendono ancora piú arduo questo processo. Basta chiedere a uno dei tanti milioni di turisti italiani che sono giunti in Iran durante questa estate e che ancora girano per le strade di Tehran, per avere una visione realistica del Paese.

In realtà il matrimonio precoce in Iran di cui parla Salvini, veniva tradizionalmente praticato ma fortunatamente è in disuso. Attualmente, il requisito in Iran per il matrimonio è 13 anni per le ragazze e 15 per i ragazzi, ma il matrimonio è reso valido solo nel momento in cui la sposa (benché solo 13enne) acconsenta alle nozze. Dietro questi matrimoni, per quanto siano sempre da condannare, non si nasconde la perversione nei confronti di una ragazzina 13enne, come qualcuno vorrebbe farci credere. Queste forme di perversione sono anzi piú visibili nella nostra moderna cultura occidentale. Dietro ai matrimoni precoci in Iran, che sono comunque sempre da condannare e che come abbiamo detto sono ormai fortunatamente quasi scomparsi, si nasconde invece un dramma quotidiano. Spesso questi matrimoni precoci sono spinti dalla povertà, dalle tradizioni culturali, dalle pressioni religiose e sociali e soprattutto dall’analfabetismo. Malgrado i casi siano davvero pochissimi, proprio in questi giorni, la Vice Presidente del Presidente Iraniano S. Molawerdi, che ho incontrato personalmente, ha avanzato l’idea di una riforma sulla necessità di cambiare le leggi che consentano a ragazze di 13 anni di contrarre matrimonio. Si sta vagliando l’idea di un programma che preveda non solo una riforma legislativa, ma una vera e propria campagna informativa ed educativa prevista non tanto nelle grandi città, ma nelle zone rurali dove a volte, purtroppo questi matrimoni avvengono.

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L’affermazione di Matteo Salvini, estrapolata chissà da quale contenitore, è fortemente pericolosa. La paura totalmente infondata che questa pratica dei matrimoni precoci possa arrivare in Italia è pura follia. Le dichiarazioni dette da un politico, che ha tra l’altro un grandissimo seguito, sono micce, incitano all’odio, al razzismo, alla discriminazione. Salvini con il suo post e i commenti al seguito ci mostra l’Italia nella quale viviamo in cui basta un’affermazione errata per scatenare una guerra, per fortuna, ci auguriamo solo virtuale. Alla moltitudine di persone che lo hanno supportato, un’altra piú ampia ha fatto eco: la popolazione iraniana. Un popolo disgregato in giro per il mondo, ma quando attaccato, denigrato e offeso si ricompatta e tira fuori tutta la forza possibile per riconfermare la propria identitá in difesa del proprio Paese.


Profilo dell'autore

Tiziana Ciavardini
Antropologa culturale e giornalista Italiana di fama internazionale. Ha studiato presso l’Università La Sapienza di Roma e si é dedicata in passato allo studio di diverse religioni. É stata ricercatrice ed ha insegnato presso il Dipartimento di Antropologia nella Facoltà di Scienze Sociali dell’Università Cinese di Hong Kong. Attualmente é Presidente dell’Ancis Anthropology Forum con sede a Roma: un’associazione culturale volta al dialogo tra le religioni e le culture. Autrice di numerose pubblicazioni accademiche e articoli di attualità, Tiziana ha trascorso più di 23 anni in diversi paesi: ha vissuto in Medio Oriente, in Estremo Oriente e nel Sud Est Asiatico. Da quando Hassan Rohani ha assunto l’incarico di Presidente della Repubblica Islamica dell’Iran, Ciavardini ha iniziato a seguire gli eventi ed i programmi della sua nuova amministrazione. Collabora regolarmente con il sito online di Repubblica nella sezione Mondo Solidale. Alcuni dei suoi articoli pubblicati su Repubblica.it sono stati tradotti in persiano e pubblicati su numerosi giornali iraniani.
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