“L’Islam vieta l’uccisione di innocenti”. Oltre cento ulema e leader musulmani da tutto il mondo hanno firmato una lettera congiunta indirizzata a Ibrahim Awwad Al-Badri, conosciuto come Abu Bakr al-Baghdadi, leader dello Stato Islamico. Anzi, del presunto “Stato Islamico”. In 24 punti, egregiamente argomentati, gli scolari di fede islamica condannano la barbara interpretazione che al-Baghdadi fa del Corano e degli insegnamenti del profeta Muhammad.
Ad esempio, scrivono gli ulema, è vietato nell’Islam emanare fatwa senza seguire i procedimenti preposti, semplificare la Shari’ah o uccidere innocenti. Così come è vietato, nei precetti di Allah, uccidere emissari, ambasciatori, diplomatici e – per analogia – giornalisti e operatori umanitari. Il Jihad è, inoltre, una guerra difensiva che va portata avanti solo se c’è una giusta causa, un giusto scopo e solo ed esclusivamente attraverso condotte giuste. È vietato maltrattare – in qualsiasi modo – cristiani o altre “Genti del Libro” in cui – continua la lettera – vanno necessariamente inclusi anche gli Yazidi. La reintroduzione della schiavitù è assolutamente vietata nell’Islam, che vieta ai musulmani di convertire con la forza e, nella maniera più assoluta, di torturare altri essere umani.
Queste sono solo alcune delle condotte islamiche che i predicatori musulmani ricordano all’autoproclamato nuovo Califfo. Su lettertobaghdadi.com potete leggerle tutte e approfondirne il contesto sociale, culturale e storico.
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