Perché batteremo l’ISIS

di Hazem Farraj

Durante la prima notte del mio viaggio in incognito in Iraq, lo Stato Islamico ha decapitato David Haines. Quella notte ho avuto un incubo che mi avrebbe aiutato a rimanere concentrato nonostante tutta la fatica emotiva. Ho sognato un uomo visibilmente più forte di me, che ostentando la sua autorità mi intimidiva. Come potete immaginare, il terrore provocato da una persona malvagia non è la sensazione più piacevole… avevo paura.

In qualche modo ero consapevole, durante il sogno, che l’unica ragione per cui questo uomo malvagio avrebbe potuto essere più forte di me era semplicemente perché credevo che lo fosse. Fondamentalmente, gli stavo dando l’autorità per farlo. Ma poi ho capito che dovevo smettere di essere timoroso e che avevo bisogno di iniziare a credere di essere più potente di lui. Rapidamente, il terrore è svanito e ho ripreso il controllo della paura. Ero diventato il più forte tra i due. Il tizio malvagio che mi minacciava si era seduto, diventando come un cucciolo timido. Poi mi sono svegliato.

Sì, io mi sono svegliato. Ma in Iraq e Siria la situazione è diversa. Le persone sono ancora prese di mira dai selvaggi dello Stato Islamico e posso solo immaginare quello che stanno affrontando. Gente che ha lavorato per tutta la vita e che si è affermata con dignità e onore ora è rifugiata e vive in tendopoli. In una notte, i professionisti sono diventati schiavi. Ho parlato con insegnanti, professori e infermieri fuggiti dal terrore dei mostri dello Stato Islamico. Le storie che ora condividerò con voi (potete seguirmi anche su Facebook e Twitter) sono strazianti. L’unica scelta che queste persone avevano davanti era di convertirsi, pagare l’imposta (la Jizya, unica forma di protezione che avrebbe permesso loro di fuggire nel buio della notte) o essere uccise. Questo è quanto. Ma non per gli yazidi, quella comunità non è così “fortunata” da avere queste opzioni. Come molti di voi avranno letto sui giornali, sono stati barbaramente massacrati.

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Raccogliere sul posto queste orrende storie è stato emotivamente logorante. Gli scagnozzi di ISIS erano a soli 15 minuti da dove mi trovavo e tentavano di rompere gli argini e conquistare il territorio, ma i curdi erano là per combatterli. Sapendo che la follia e la depravazione della gentaglia come ISIS sono cose reali, la fiducia nell’umanità svanisce drammaticamente. Ma dopo essere stato in Iraq, dopo aver raccolto testimonianze di prima mano e aver sentito le storie direttamente dalle vittime, ho capito che la loro incrollabile speranza e resilienza sono ciò che possono farci recuperare fiducia nell’umanità.

So che per me è terribilmente facile dire questo, non vivo in Iraq e non incontro ISIS ogni giorno. Ma i bulli che attaccano con la paura e l’intimidazione sono destinati a perdere e soccombere. Perché? Perché cristiani e yazidi iracheni hanno la capacità di far fronte in maniera positiva agli eventi traumatici e la loro speranza continua a vivere. Ecco perché quando ci sentiamo spaventati e deboli dobbiamo ricordare a noi stessi che siamo più forti dei loro omicidi di massa, dei loro stupri e delle loro conquiste. Così come ho detto a quei rifugiati iracheni, “Gesù è il Signore e Lui è con noi” e Dio si trova tra chi ha il cuore spezzato e ha realmente bisogno di lui. Quindi, da parte delle vittime di ISIS, vi dico: siate incoraggiati e sappiate che il bene trionfa sempre sul male. E perché ISIS possa essere indebolita e tremare al pensiero delle libertà che Dio ci ha donato, condivido con voi questo pensiero. Spero che voi condividiate queste parole con chiunque conosciate. Fatelo!

Ogni individuo ha il diritto alla libertà di pensiero, coscienza e di religione; tale diritto include la libertà di cambiare religione o credo, e la libertà di manifestare, isolatamente o in comune, sia in pubblico che in privato, la propria religione o il proprio credo nell’insegnamento, nelle pratiche, nel culto e nell’osservanza dei riti. (art.18 Dichiarazione  universale dei diritti umani)


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