di Sofia Bianchini
Marinaleda è un villaggio andaluso di 2700 abitanti, lontano dai soliti percorsi turistici, praticamente irraggiungibile se non si possiede un mezzo di trasporto. Grazie alla sua struttura di tipo comunista e collettivista, è riuscito ad affermare la propria fama di unico comune spagnolo ad avere un tasso di disoccupazione praticamente nullo, malgrado la crisi economica. In questi giorni la comunità andalusa ha gli occhi puntati su Marinaleda, ma specialmente sul suo leader, Sánchez Gordillo. Infatti, Gordillo è accusato di aver violato la Legge Elettorale dell’Andalusia, per la quale la carica di sindaco è incompatibile con quella di deputato parlamentare, e dovrà presto decidere se lasciare il suo ruolo come rappresentante della Izquierda Unida nel Parlamento Andaluso o rinunciare alla carica di alcalde del comune di Marinaleda, che da 35 anni ricopre. A causa della vivace e insolita storia di Marinaleda e della instancabile lotta di Gordillo contro il capitalismo, si vocifera che l’alcalde rimarrà fedele alla sua comunità. L’origine, la struttura e l’ideologia di Marinaleda sono tanto importanti per capire il dibattito creato attorno alla possibile scelta di Sánchez Gordillo, quanto lo sono le taglienti critiche che sono state rivolte contro questo comune.
La sua Origine: 1979
Il 1979, anno in cui Gordillo divenne sindaco di Marinaleda, è anche data di nascita della stessa cittadina. Senza dubbio, il 1979 fu un anno tutt’altro che casuale per la creazione di questo comune: fattori storici, sociali e politici plasmarono il progetto utopico di Gordillo e dei suoi seguaci. Più di trent’anni di dittatura franchista avevano lasciato la Spagna intera in una situazione di grave crisi economica e disoccupazione crescente. Le attività rurali avevano subito forti perdite a causa della struttura latifondista dei terreni, della scarsa industrializzazione dell’Andalusia e della politica agraria della Unione Europea che dava pochi benefici alle zone più depresse. Di conseguenza, non stupisce che l’insoddisfazione generale raggiunse il suo apice nel 1979, né che nello stesso anno Marinaleda riuscì a cambiare la sua situazione. Infatti, il 1979 fu l’anno in cui si tennero le prime elezioni municipali democratiche in Spagna: un’opportunità perfetta per mettere assieme un governo che potesse andare incontro alle necessità dei cittadini di Marinaleda.
La lotta di Marinaleda non si fermò con la creazione di un comune di stampo comunista. Il suo primo atto politico radicale risale al 1980, con uno ‘sciopero della fame per la fame’, a cui parteciparono 700 abitanti, per una durata di nove giorni, e che ebbe come risultato un contributo finanziario extra da parte del governo centrale. All’inizio degli anni ’80 Marinaleda attuò altre piccole rivoluzioni, dall’instancabile occupazione dei terreni del Ducado del Infantado, di cui si appropriò dopo un centinaio di giorni, al cambiamento dei nomi delle sua vie cittadine (il nome di una delle sue piazze venne cambiato da Plaza de Franco a Plaza de Allende!).
Agricoltura, agorà e autocostruzione
Oggi Marinaleda vanta una struttura unica. La sua economia si basa ancora e soprattutto sull’agricoltura. Le scelte e strategie della sua produzione agraria sono decise in un’assemblea, a cui tutti possono partecipare. È a Marinaleda, in Andalusia, che sembra di tornare all’agorà, uno spazio in cui ognuno può proporre la sua visione di giustizia, dove la divisione tra sfera pubblica e quella privata è molto sfumata. Nelle assemblee vengono decise anche le strategie migliori per risparmiare. Per esempio, a Marinaleda si risparmia perché la polizia non viene pagata. Semplicemente non esiste. Questo risparmio, assieme ai sussidi statali e europei, serve a tener le tasse ad un livello bassissimo.
Uno degli aspetti organizzativi di Marinaleda che sorprende maggiormente è quello dell’autocostruzione. Vale a dire: ogni cittadino costruisce da sé la propria casa, aiutato da un paio di volontari. L’unico costo è il materiale, fornito dal comune e ripagato a rate di 15 euro al mese, dato che il terreno è ceduto senza costi a qualsiasi cittadino che abbia trascorso almeno due anni nella cittadina. Il collettivismo, evidente nell’organizzazione di Marinaleda, è il pilastro dell’ideologia di Gordillo. Le suoi cosiddetti domingos rojos, ovvero le domeniche in cui tutti i cittadini si dedicano in maniera volontaria a lavori utili alla società, sono esempio della concezione che gli abitanti del comune hanno del bene pubblico. La adesione al volontariato è di certo segno di una forte società civile.
Eu-topos o Ou-topos?
Il concetto di utopia è stato per la prima volta coniato da Thomas More, partendo dal greco. La parola però racchiude in sé due significati diversi. Utopia, se pronunciata in inglese, può creare dubbi riguardo all’origine della sua ‘U’. Infatti, in inglese, sia eu-topos (buon luogo) che ou-topos (non-luogo, o luogo irraggiungibile), si pronunciano nella stessa maniera, lasciando l’interpretazione del neologismo di Thomas More relativamente libera.
Oggigiorno, la discussione riguardante Marinaleda si potrebbe sintetizzare in un dibattito fra quelli che pensano che la cittadina sia un eu-topos, e quelli che la vedono come un ou-topos.
Uno dei primi a considerare l’Andalusia in generale un eu-topos per le ideologie rivoluzionarie fu Albert Camus, che la definì ‘la terra nativa del ribelle’. Senz’altro anche Marinaleda è stata più volte vista come un eu-topos. Il suo slogan, ‘otro mundo es posible’, è una prova della convinzione dei cittadini di Marinaleda di aver creato un’alternativa tangibile e migliore rispetto al modello capitalista. Anche gli indignados di Spagna presero il comune come esempio e, nel 2011, nel bel mezzo dei mesi più cruciali delle loro proteste, tennero un incontro a Marinaleda, a cui anche Gordillo partecipò, proponendo diverse idee. Certamente il villaggio andaluso gode di grande sostegno, e ha ricevuto attenzione anche a livello internazionale. L’autore britannico Dan Hancox ha dedicato un libro alla cittadina, dal titolo ‘The Village Against the World’, nel quale la sua presa di posizione pare essere a favore del sogno di Gordillo.
Purtroppo, l’acceso dibattito su Marinaleda ha svelato anche i lati negativi di questo progetto. Molti lo considerano impossibile e reputano il villaggio andaluso un ou-topos e nient’altro, una sorta di ‘isola che non c’è e che non può esistere. Il gruppo di ricerca de ‘la Sexta’, canale televisivo spagnolo schierato a sinistra, si è chiesto come potesse essere possibile che a Marinaleda gli affitti costassero solo 15€ al mese, l’asilo nido 12€, mentre l’abbonamento stagionale alla piscina 3€. Alcune strategie del sindaco per mantenere un costo della vita tanto basso hanno rasentato l’illegalità. Per esempio, Gordillo guidò l’assalto di un supermercato nel 2012, come atto di protesta contro il capitalismo. Anche il terreno da cui la cittadina ricava la maggior parte delle sue risorse fu occupato e conquistato da Gordillo. Per di più, Marinaleda è stata più volte accusata di non pagare le tasse della regione andalusa e di aver smesso di pagare le tasse sull’acqua. C’è chi sostiene che se non fosse per i sussidi statali ed europei che riceve, il comune non potrebbe essere autosufficiente. A Marinaleda stessa, c’è chi si trova d’accordo con questo modo di vedere. Il PSOE, partito socialista spagnolo, con solo 2 consiglieri municipali su 11, si lamenta del fatto che è praticamente impossibile creare una sana opposizione ai trentacinque anni di governo di Gordillo perché non esiste dibattito pubblico. Nessuno critica mai il sistema.
Il progetto di Marinaleda si basa quindi su un sistema alquanto discutibile, disposto a ricorrere all’illegalità per difendere i propri ideali e mantenere il proprio livello di benessere. Ma cosa succederebbe se altre comunità andaluse, o catalane, o aragonesi, decidessero di mettere in atto le stesse strategie di Marinaleda? Il modello utopico di Sánchez Gordillo, il suo buon luogo, sarebbe possibile anche in altre città?
E che succederebbe se Sánchez Gordillo decidesse di lasciare il suo incarico di alcalde nei prossimi giorni?
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Aggiornamento riguardo alla situazione di Marinaleda: martedì 12 novembre Sanchez Gordillo ha deciso di rinunciare al suo incarico di alcalde per dedicarsi al ruolo di rappresentante dell’Izquierda Unida nel Parlamento Andaluso. Continuerà ad occuparsi di Marinaleda come consigliere comunale. Altre informazioni possono trovarsi qui: http://www.eldiario.es/andalucia/Sanchez-Gordillo-Parlamento-renuncia-Marinaleda_0_323368254.html