“Sua eminenza il Gran Mufti, il Consiglio Nazionale degli imam in Australia e la comunità islamica esprimono il proprio pieno sostegno e la propria solidarietà alle vittime e ai loro famigliari, sperando in una risoluzione pacifica di questa tragedia”. Così più di 40 associazioni islamiche australiane hanno condannato in maniera congiunta il sequestro di decine di civili nel café di Sydney. “Rifiutiamo ogni tentativo di prendere le vite innocenti di qualsiasi essere umano o di instillare paura e terrore nei loro cuori”.
Il sequestratore ha issato una bandiera nera con una scritta in bianco che recita la shahada, la testimonianza di fede islamica: “Testimonio che non c’è divinità se non Dio e testimonio che Muhammad è il Suo Messaggero” (no, l’Isis non c’entra nulla). I gruppi islamici hanno denunciato l’abuso della shahada da parte di persone folli che non rappresentano il vero significato dell’Islam, affermando che i loro pensieri vanno agli ostaggi e ai loro cari, pregando che l’incidente possa risolversi il più presto possibile e in maniera pacifica.
Nel frattempo alcune donne con il velo sono state aggredite mentre erano su mezzi di trasporto pubblici che stavano lasciando Sydney. Oltre 40mila australiani hanno espresso su Twitter solidarietà alla comunità islamica con l’hashtag #illridewithyou, offrendo protezione ai musulmani in Australia che temono rappresaglie.
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