Il magnate statunitense Donald Trump – che secondo Forbes è il 314esimo uomo più ricco al mondo con un patrimonio stimato in 2,9 miliardi di dollari – il 16 giugno 2015 ha annunciato formalmente la propria candidatura alle presidenziali del 2016 con un evento a New York, nella sua Trump Tower attaccando Obama, il terrorismo islamico e la Cina e affermando che “l’America ha bisogno di un vero leader per ritornare grande” (QUI il riassunto del suo discorso in 15 frasi imbarazzanti, tra cui: “Gli USA sono diventati una discarica per i problemi di tutti gli altri. Grazie“).
Tra i vari vaneggiamenti del candidato repubblicano, quello sulla minaccia dei messicani che stuprano persone e compiono crimini. Adriana Almanza, una ragazza 28enne messicano-statunitense, ha risposto su Fb ai pregiudizi e alle offese dell’imprenditore. In maniera impeccabile.
Quando il Messico ci manda la sua gente, manda persone con molti problemi. E queste portano i loro problemi qui da noi. Portano droga, portano i loro crimini, portano i loro stupratori. [Donald Trump]
“Vorrei prendermi un minuto per presentarti a mio padre, Raul Almanza. Lui è uno dei tanti che il Messico ‘manda’ in questo paese, come la metti eloquentemente. Non è un segreto il fatto che sia venuto qui senza documenti né autorizzazione, o da “illegale”, come lo chiami tu. Si è fatto il culo tra i campi, viaggiando da stato a stato per trovare lavoro. Ha contribuito a sfamare i suoi genitori e i suoi nove fratelli a casa. Quando ero una bambina, mio padre ha lavorato dai 5 ai 6 giorni a settimana; e non l’ho mai sentito lamentarsi una singola volta. Non beve, né si droga. Certamente non è un criminale, uno stupratore o un trafficante di droga, come farebbe intendere il tuo discorso. Se mio padre rappresentasse in qualche modo il tipo di persone che il Messico ‘manda’, non ci sarebbero dubbi sul fatto che questo paese stia ricevendo il meglio. Il problema è che io e te abbiamo una diversa definizione di ‘meglio’. Il meglio, per me, è dato da quelli che lavorano sodo e rimangono umili. È questo quello che mio padre incarna, esattamente quello che sono anche gli altri milioni di messicani.”
Il post è diventato ultra-virale da lunedì, raggiungendo le 100mila condivisioni e quasi 200mila like su Facebook.
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troverò il giorno per venire a milano a manifestare con voi! con stima gabriella zanone
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