Oggi nel mondo esistono più di 7mila lingue, 23 delle quali parlate come lingua madre da oltre 4 miliardi di persone. La più diffusa sul pianeta è il cinese, comprendente un ampio numero di varianti linguistiche regionali e di relativi dialetti diffusi nell’area geografica corrispondente alla odierna Cina, come il Cantonese, Min Dong, Gan, Hakka e Min Bei. L’inglese, il francese e lo spagnolo sono tra le lingue più diffuse, soprattutto a causa del colonialismo europeo (guarda la mappa dell’Europa colonialista).
[infografica di Higher Perspectives]
Nel contesto dell’era della globalizzazione, la diversità linguistica del nostro pianeta rappresenta una delle ricchezze culturali più significative dell’umanità. La mappa linguistica del mondo, come mostrata nell’infografica fornita, svela un affascinante mosaico di lingue che plasmano l’identità e la comunicazione di miliardi di individui.
Con oltre 7.000 lingue parlate, il nostro pianeta vibra di una polifonia che racconta storie di migrazioni, conquiste, commerci e scambi culturali. Tra queste, 23 lingue emergono come ‘giganti’ linguistici, ciascuna parlata come madrelingua da oltre 4 miliardi di persone. Il cinese, nella sua varietà di espressioni che include il mandarino, il cantonese e altri dialetti regionali, si pone al vertice di questa lista, rappresentando la lingua madre per quasi un quinto della popolazione mondiale.
Ma la dominazione linguistica non si ferma alla semplice quantità di parlanti. L’inglese, il francese e lo spagnolo, ad esempio, grazie anche alle politiche coloniali europee, hanno spalmato la loro influenza ben oltre i confini dei loro paesi di origine, creando vaste aree geografiche dove queste lingue sono diventate veicoli di comunicazione internazionale, commercio e diplomazia.
Questa espansione storica ha lasciato tracce indelebili nel tessuto socio-culturale di molti paesi, come dimostrato dall’uso ufficiale dell’inglese in nazioni come India e Nigeria, o dello spagnolo in gran parte dell’America Latina. Nonostante la loro origine europea, queste lingue sono ora intimamente intrecciate con le identità di popoli e nazioni in tutto il mondo.
Tuttavia, l’infografica evidenzia anche la presenza di lingue meno internazionalmente dominanti, ma non per questo meno importanti. Il russo, per esempio, rimane una lingua madre significativa non solo nella Federazione Russa ma anche in tutta l’area post-sovietica. Lingue come l’hindi, l’arabo e il bengalese fungono da pilastri culturali e comunicativi per centinaia di milioni di persone in Asia e in Medio Oriente.
Queste lingue sono depositarie di patrimoni letterari, filosofici e scientifici che meritano di essere preservati e promossi. L’UNESCO, attraverso iniziative come la Giornata Mondiale del Linguaggio, sottolinea l’importanza della salvaguardia linguistica come parte integrante della salvaguardia della diversità culturale.
Eppure, nonostante l’apparente robustezza di alcune di queste lingue, molte altre sono a rischio di estinzione. Il progresso e l’omogeneizzazione culturale, spesso guidati da forze economiche e tecnologiche, minacciano l’esistenza di lingue minoritarie e regionali. Questo rappresenta una perdita inestimabile non solo per le comunità che le parlano ma per tutto il patrimonio culturale dell’umanità.
L’infografica, dunque, non è solo un’istantanea della situazione attuale, ma anche un promemoria dell’importanza di un impegno collettivo verso la protezione e la promozione della diversità linguistica. Solo così possiamo assicurare che il mosaico di voci che costituisce la nostra eredità comune continui a raccontare le storie del nostro passato, a plasmare le nostre società presenti e ad arricchire le future generazioni.
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