Giunto alla 19esima edizione, il Tertio Millennio Film Fest sarà dedicato anche quest’anno al dialogo interconfessionale e interculturale. La rassegna sarà inaugurata domenica 25 ottobre e terminerà il 31 ottobre, prevedendo oltre 30 film tra anteprime, eventi speciali e incontri con gli autori. L’evento è organizzato dalla Fondazione Ente dello Spettacolo in collaborazione con il Pontificio Consiglio della Cultura, il Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali e le Comunità cattolica, protestante, ebraica e musulmana.
Domenica 25 ottobre ci sarà il concerto di inaugurazione (alle ore 18.00 presso la Casa del Cinema a Villa Borghese) che avrà come protagonisti musicisti di diverse culture, con ingresso a inviti. Il Tertio Millennio Film Fest si svolgerà in due diverse sedi nel cuore di Roma: la Casa del Cinema a Villa Borghese (largo Marcello Mastroianni, 1) e il Cinema Trevi, Sala della Cineteca Nazionale – Centro Sperimentale di Cinematografia (vicolo del Puttarello, 25).
Troppe facili, interessate ma false voci presentano le religioni come causa di conflitti e tensioni a livello locale e planetario. Il Tertio Millennio Film Fest desidera farsi spazio dove religioni e culture differenti possono incontrarsi liberamente, dove sia possibile avanzare una proposta di conoscenza e condivisione. Un dialogo concreto, tra persone che insieme si pongono obiettivi condivisi e lavorano fianco a fianco.
Don Davide Milani – Presidente Fondazione Ente dello Spettacolo
IL PROGRAMMA
Trasformare il Tertio Millennio Film Fest in una festa del dialogo, dove fedi e culture diverse si incontrano, si ascoltano e insieme vivono il cinema, è una proposta che il mondo protestante italiano ritiene oggi essenziale nel percorso di trasformazione delle nostre società europee che appunto può solo iniziare con il dialogo, con il confronto ma soprattutto con l’ascolto.
Gianna Urizio – Presidente Associazione protestante cinema “Roberto Sbaffi”
Nella tradizione islamica al Jamil, il Bello, è uno dei novantanove nomi di Dio. L’arte, nelle sue varie forme, è stata nei secoli in grado di esprimere il bello nelle sue forme più svariate, riuscendo a creare, a volte, come un ponte di armonia tra cielo e terra, contribuendo allo sviluppo di relazioni costruttive tra i popoli. Nel nostro tempo, il cinema, come forma artistica, può essere (ma non sempre lo è), un mezzo per la diffusione degli ideali di bellezza presenti nelle culture più diverse.
Shahrzad Houshmand Zadeh – Docente di Studi islamici Pontificia Università Gregoriana, Copresidente di Religions for Peace Ita
Il cinema è cultura e compito della cultura – specie in questo secolo – dovrebbe essere quello di aprire le menti ed i cuori. Le menti perché è solo attraverso la conoscenza che è possibile avvicinarsi e comprendere l’altro. Non serve spiegare il perché dell’aprire i cuori.
Sira Fatucci – Assessore alla cultura | Centro Ebraico Italiano Il Pitigliani
I PRINCIPALI FILM DEL FESTIVAL
ALMANYA – LA MIA FAMIGLIA VA IN GERMANIA
Sinossi: Hüseyin Yilmaz è il patriarca di una famiglia turca emigrata in Germania negli anni Sessanta. Dopo una vita di sacrifici, l’uomo ha finalmente realizzato il sogno di comprare una casa in Turchia e ora vorrebbe farsi accompagnare fin lì da figli e nipoti per risistemarla. Malgrado lo scetticismo iniziale, la famiglia al completo si mette in viaggio e alle nuove avventure nella terra d’origine si intrecciano i ricordi tragicomici dei primi anni in Germania, quando la nuova patria sembrava un posto assurdo in cui vivere. Lungo il tragitto, però, vengono a galla molti segreti del passato e del presente e tutta la famiglia si trova ad affrontare la sfida più ardua: quella di restare unita. Presentato fuori concorso al 61mo Festival di Berlino (si legga a proposito: “La dicotomia identitaria dei turchi in Almanya” di Rosanna Columella).
LES AVALÉS DU GRAND BLEU
Sinossi: In attesa di notizie di un parente stretto, partito in barca da giorni verso l’Europa, l’insegnante Madame Koffi incontra il suo studente Enam, un adolescente che piange suo padre, morto in circostanze simili.
L’AMORE NON PERDONA
Sinossi: Adriana è una donna di quasi sessant’anni: francese di nascita, vive da molto tempo in Italia, ha una figlia, un nipote e un lavoro da infermiera nell’ospedale della sua città. Un giorno, in corsia, conosce Mohamed, un giovane arabo di trent’anni: tra i due nasce una storia destinata a dare scandalo. Riusciranno Adriana e Mohamed, così profondamente soli prima di incontrarsi, a difendere il loro amore, a farlo sopravvivere al fuoco incrociato del mondo che li circonda?
BEHEMOTH (BEIXI MOSHOU)
Sinossi: Il regista Zhao Liang viaggia attraverso le praterie del vasto altopiano della Mongolia con la sua macchina da presa. Davanti ai suoi occhi emergono i segni degli sconvolgimenti causati dalla moderna economia e le distese erbose sono ricoperte dalle polveri dell’industria mineraria. A causa della cenere, dell’infernale frastuono provocato dall’incessante attività delle trivelle e dalla continua diminuzione dei pascoli, i pastori e le loro famiglie non hanno altra scelta se non allontanarsi. Nel frattempo, i minatori non cessano di estrarre il carbone dalle montagne rocciose, giorno e notte. Nelle vicine fonderie gli operai lavorano in un clima “infernale”. Negli ospedali chi si è ammalato per causa di servizio attende in una sorta di “Purgatorio” la morte. Quello che era un vero e proprio “Paradiso” è stato distrutto in cambio di un miraggio: la città fantasma di Ordos.Behemoth viaggia tra documentario e narrativa, cruda verità e allegoria, sogno e realtà. Filmato in 4K dallo stesso Zhao Liang, è una festa di immagini, suoni e musica, ispirati alla Divina Commedia di Dante Alighieri. Presentato in Concorso alla 72ma Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, ha ottenuto il Premio SIGNIS e il Premio Green Drop.
UN MONDO FRAGILE
Sinossi: Alfonso, un vecchio contadino, dopo diciassette anni torna dalla sua famiglia per accudire il figlio Gerardo, gravemente malato. Al suo ritorno, ritrova la donna che era un tempo la sua sposa, la giovane nuora e il nipote che non ha mai conosciuto, ma il paesaggio che lo aspetta sembra uno scenario apocalittico: vaste piantagioni di canna da zucchero circondano la casa e un’incessante pioggia di cenere, provocata dai continui incendi per lo sfruttamento delle piantagioni, si abbatte su di loro. L’unica speranza è andare via, ma il forte attaccamento alla terra rende tutto più difficile. Presentato in concorso alla 54ma Semaine de la Critique, ha vinto la Caméra d’Or del 68mo Festival di Cannes.
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