Dopo nove anni di promozione del cinema asiatico di qualità una grossa novità: questa edizione di Asiatica, che il prossimo anno si svolgerà anche a Berlino, registra l’assenza totale di contributi pubblici ed è realizzata interamente con donazioni dal suo pubblico e dai suoi sostenitori. Lungometraggi che hanno come tema il rapporto tra padre e figli e i loro diversi atteggiamenti verso la vita, come in “Down the River”, del regista azerbagiano Asif Rustamov, già ospite di Asiatica, e “Tikkun”, del regista israeliano Avishai Sivan ospite del festival, sulla difficoltà di vivere l’ortodossia.
Ricerca di una identità culturale e tentativo di creare una nuova identità sono alla base di due film con protagoniste femminili, “Oblivion Season”, del regista Abbas Rafei, dall’Iran e “ Fig Fruit and the Wasps” del regista-pittore indiano Prakash Babu. Altri documentari includono “Dejide”, del regista cinese Zuo Gehe, girato tra le nevi della Mongolia cinese. Il talentoso direttore della fotografia, Wu Haitao, sarà ospite del festival. Il Focus di questa edizione è dedicato alla Corea del Sud, un Paese che con i suoi 50 milioni di abitanti è tra le nazioni più densamente popolate nel mondo. Dai registi coreani più noti, come Park Chian Wook, Bang Joon-ho e Lee Chang-dong, al giovane Jang Kun-jae, regista di “A Midsummer Fantasia”, divertente descrizione di un tentativo di un regista di raccontare le vicende di una piccola località del Giappone. Kim Sae-byuk, la protagonista femminile, sarà ospite della rassegna.
Ospite di Asiatica anche la regista di “Cart”, Boo Ji Young, una storia di donne impiegate in un supermercato che si uniscono in uno sciopero e scoprono insieme alle loro famiglie la propria forza.
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