L’imam Shaykh Luqman critica le prese di posizione pilotate che i musulmani devono esporre puntualmente dopo ogni tragedia di matrice fondamentalista.
DI SHAYKH LUQMAN
Sono d’accordo totalmente col fatto che condannare la violenza contro le anime innocenti sia da parte dei musulmani una risposta giusta, che rientra nelle categorie dell’abbracciare il bene e proibire il male (al-amr bil ma’roof wa annah’yi an al-munkar).
Tuttavia, condannare casi selettivi di violenza e rimanere silenti verso altri egualmente se non più atroci non fa altro che perpetuare la ben diffusa idea che vuole che i musulmani in occidente siano in malafede e auto-referenziali. Se infatti i musulmani sono moralmente indignati per la terribile strage di Parigi, allora lo dovrebbero essere ugualmente quando ciò succede a Beirut, in Nord Africa, in Palestina, nel Connecticut o in uno slum di Chicago.
C’è differenza tra prendere una ferma e inequivocabile posizione di principio contro l’ingiustizia e l’uccisione di vite innocenti di ogni genere, e le prese di posizione sporadiche contro i casi di violenza estrema verso civili innocenti in funzione della pressione iperbolica da parte dei media o per motivi politici e di pubbliche relazioni. La ricorrente, e apparentemente automatica, reazione dei musulmani a questi tipi di spettacolari atti di estremismo ci fa sprofondare in un buco nero, senza finali prevedibili o vie di scampo.
Continuiamo a credere che la condanna selettiva della violenza dell’estremismo islamico possa in qualche modo convincere i media e le voci critiche contro Islam e musulmani a mettere un freno al loro vetriolo, e a concedere a noi una pausa. Eppure la storia dimostra che stiamo sbagliando terribilmente e che queste misure non funzionano.
Il fatto che noi ci troviamo continuamente nella contorta situazione in cui ci sentiamo in dovere di denunciare l’ennesimo episodio di violenza di matrice musulmana, per poi lamentarci con la stessa frequenza che nessuno ci ascolta, dimostra in maniera emblematica che così come violenti estremisti hanno dirottato l’immagine dell’Islam, così la politica ha dirottato la nostra moralità.
Non possiamo continuare a calibrare la durata e l’intensità della nostra coscienza morale in base alla copertura di un caso di cronaca o al palinsesto dei mezzi di informazione. Politicizzare l’Islam ha virtualmente eviscerato la credibilità morale dei musulmani in Occidente. Se la gente ci ritenesse veramente un popolo consapevole e non un popolo di convenienza, non ci sarebbe la pretesa che i musulmani debbano condannare ogni caso di violenza. Né noi ci sentiremmo costretti a farlo.
* Luqman Ahmad è stato imam dell’Ibrahim Islamic Center di Sacramento, in California, per quasi 20 anni. E’ l’autore del saggio ‘The Devils Deception of the Modern Day Salafiyyah Sect’, un’analisi dettagliata dell’estremismo salafita dal quale è sorto l’Isis.
Articolo pubblicato su gentile concessione di muslimmatters.org
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