Il festival cinematografico delle minoranze linguistiche

Una novità da non sottovalutare, in una industria cinematografica globale in cui le grandi produzioni insistono a parlare solo in linguaggi universali, appiattendo di conseguenza, in un certo senso, gli universi dell’espressione umana.

Una lingua minoritaria è una lingua che vive della diversità e della ricchezza che porta nella nostra vita. Anche nella vita intesa come produzione delle arti poetiche. Il mezzo cinema, che in passato ha ignorato le lingue locali se non in relazione alla loro utilità nel rappresentare – sotto caricatura – un modo stratificato della vita (in termini sociologici e antropologici), negli ultimi tempi ha recuperato l’incontro con i modi di parlare locali, lingue e dialetti che spesso sopravvivono nelle zone periferiche del mondo.

Le comunità hanno riscoperto un senso di identità – attraverso il linguaggio – che un tempo caratterizzava l’esistenza stessa di questi gruppi, e che, nell’era del progresso (amplificato dalle innovazioni tecnologiche), è ora sotto la minaccia di svanire.

La Sardegna, negli ultimi anni ha preso delle scelti importanti che vanno verso la preservazione dell’eredità linguistica della comunità dell’Isola e, nonostante la diversa articolazione delle varianti locali, ha proposto un orizzonte di salvaguardia unitario, per restaurare e proteggere la detta eredità linguistico-culturale.

Babel Film Festival (che si terrà a Cagliari dal 30 novembre al 5 dicembre 2015) nasce anche dal riconoscimento della centralità – che non è solo geografica, ma anche culturale e dinamica – del destino delle lingue non nazionali. Il progetto di Babel Film Festival parte dall’intenzione di dare spazio a quel segmento di cinema che, nel corso degli anni, ha raccontato le storie di zone periferiche, dove l’uso del linguaggio della periferia ha connotazioni che sono essenziali per la narrazione e cruciali per il successo del lavoro artistico.

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Il progetto mira anche a far rivivere una comunanza di intenti tra le aree linguistiche diverse, per mostrare la loro ricchezza e di contribuire nel proclamare che una vivacità linguistica arricchisce gli autori di cinema, e colpisce anche la loro creatività e ha conseguenze nella definizione del centro figurativo del loro lavoro.

In questo senso, il Festival offre a tutti gli autori, sia di documentario e fiction, l’opportunità di dare visibilità ai linguaggi e la loro forza espressiva, per favorire un vero dialogo e lo scambio culturale tra i popoli del mondo. Il programma di Babel Film Festival contribuisce anche a un confronto con gli universi della musica e del teatro – che ancor più del cinema hanno incluso la ricchezza delle lingue minoritarie – ma anche della televisione, che si sta aprendo sempre di più alle possibilità di comunicare in un modo diverso, più mirato, centrato sulle esigenze e i desideri di una comunità ristretta, restituendogli la sua libertà di parola.

L’obiettivo di Babel Film Festival è anche quello di diventare un appuntamento annuale per la città di Cagliari, capoluogo sardo, per creare un luogo di discussione e di scambio che si adatta bene la vocazione di una città in cui le diversità si incontrano, parlano e comprendono. Utilizzando quei linguaggi espressivi che, non essendo ridotti alla necessità di uno scopo essenzialmente funzionale e funzionalista, sono di default più orientati ad una visione poetica del mondo e sono più vicini alla vita delle comunità, cornice che rende la vita degna di essere vissuta giorno dopo giorno.

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