La milizia tortura i graffitari, l’ordinaria follia di Rio

di Carlinho Utopia

Giovani writers torturati da miliziani dell’area commerciale conosciuta come Saara, nel centro di Rio. Mentre i giovani artisti stavano lavorando sono stati circondati dalla milizia armata che controlla la zona che li ha a lungo picchiati con sbarre di ferro, obbligati a rotolarsi nella vernice e addirittura a berla, umiliati in ogni modo. I miliziani stessi hanno filmato tutta la scena con un cellulare per poi condividerla attraverso WhatsApp. I giovani hanno riportato fratture e innumerevoli contusioni.

 Scrive Atila Roque, direttore di Amnesty International Brasile, sulla sua pagina Facebook:
“Vi avviso che è molto duro guardare questo video. Ma bisogna guardarlo. Ancora un esempio di come la cultura della violenza – in questo caso ai danni di giovani writers nel pieno centro della città Olimpica – ci avvicina a grandi passi verso la barbarie. L’aggressione è recente ed il video sta circolando in rete tra i gruppi di writers. Invito gli amici giornalisti a diffonderlo. Non dovrebbe essere difficile per la polizia identificare i colpevoli…”
Già, non dovrebbe essere difficile per la polizia carioca identificare i colpevoli, non dovrebbe. La cosa più rivoltante è leggere, ovunque questo video è stato postato, le centinaia di commenti di apprezzamento per l’ottimo lavoro dei miliziani. Avrebbero potuto fare di meglio però, sostengono molti cittadini “per bene”, e “finalizzare il lavoro”.
Le “milizie” sono organizzazioni paramilitari formate e dirette soprattutto da ex poliziotti o poliziotti ancora in attività. Una sorta di “evoluzione mafiosa” dei famigerati “squadroni della morte”. I turni della Polizia Militare sono di 24 ore di lavoro e 72 libere. In queste 72 ore libere, il poliziotto militare si trasforma in miliziano, il cui obiettivo è l’eliminazione della marginalità a fini, ovviamente, di lucro. Si installano in zone della città e ne prendono il controllo, esigendo “il pizzo” dalla popolazione per autorizzare, ad esempio, la circolazione di furgoni, dei camion che trasportano bombole di gas, per l’installazione di tv via cavo pirata, e, ovviamente, per fornire “servizi di sicurezza”. Nella zona commerciale Saara esisterebbe una disputa tra due gruppi di miliziani ed uno di questi, avrebbe incominciato nel secondo semestre del 2015, a imporre un “servizio di sicurezza” forzata ai commercianti. Sarebbero proprio questi “addetti alla sicurezza” i responsabili dell’aggressione e delle torture ai writers.

Di seguito l’intervista ad uno dei tre giovani writers aggrediti e torturati nella zona commerciale Saara a Rio de Janeiro la notte del 22 gennaio. Il giovane, che ha riportato tra l’altro anche una frattura a una gamba, denuncia minacce di morte nei loro confronti.

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