Quello che il Corano dice realmente sugli ebrei

Il nostro mondo ha un bisogno disperato di pace, questo è palese. Ogni contributo alla pace, sia esso grande o piccolo, è di gran valore. Per questo motivo ritengo necessario fare chiarezza su cosa il Corano dica realmente sugli ebrei, questione fondamentale su cui c’è tuttora molta confusione.

Per decenni alcune autorità religiose, purtroppo spesso in aree a maggioranza musulmana, hanno dato credito a tradizioni, superstizioni e hadith (detti del profeta Muhammed) inventati per creare odio anti-giudaico in altri musulmani. Alcuni si sono spinti fino al punto di dichiarare ogni ebreo come discendente dai maiali.

È fondamentale che molti, musulmani e non, abbandonino questo approccio totalmente non-coranico, falso, irrispettoso e profondamente razzista.

Infatti, Mosè è il profeta maggiormente citato nel Corano. La Torah, il profeta Mosè e altri ebrei giusti sono elogiati in molti versi del Corano.

Nei tre versi che alcuni radicali provano a usare (che lo sappiano o meno) Dio ha condannato coloro, presenti nelle comunità ebraiche dell’epoca, che hanno violato gli ordini divini. In questi versi, i trasgressori che hanno causato dolore agli ebrei pii sono apostrofati con espressioni metaforiche, venendo paragonati a maiali e scimmie. Bisogna notare che, in molti altri versi del Corano, i trasgressori musulmani sono chiamati in modi molto simili. Perciò prendere questi versi fuori dal contesto e provando ad attribuirli ad un’intera categoria di persone (che, ricordo, Dio ci chiede di amare e proteggere) è una distorsione del Corano, nonché una palese forma di razzismo, vietato dal Corano stesso. Diamo ora uno sguardo ai versi in questione e vediamo perché un tale approccio è inaccettabile.


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GLI EBREI NEL CORANO – Innanzitutto e soprattutto, i musulmani amano tutti i profeti, tra cui emerge il profeta Mosè. Va ricordato anche che i musulmani accettano tutto quanto, all’interno della Torah, non contraddice il Corano. Ma ci sono alcuni versi che portano i radicali a interpretazioni sbagliate

Di’: “Posso forse annunciarvi peggior ricompensa, da parte di Allah? Coloro che Allah ha maledetto, che hanno destato la Sua collera e che ha trasformato in scimmie e porci, coloro che hanno adorato gli idoli, sono questi che hanno la condizione peggiore e sono i più lontani dalla retta via”.

(Corano, 5:60)

Il Corano ha una bellezza auto-esplicativa e in alcuni casi un versetto è necessario per comprendere pienamente un altro verso. Per questa ragione, estrapolare un verso dal proprio contesto può portare a conclusioni errate. Ed è ciò che accade spesso col verso in questione.

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Dalla lettura dei versi precedenti, capiamo che il verso 60 si riferisce a peccatori tra i cristiani e gli ebrei, apostrofati con espressioni metaforiche. Dopo aver mostrato gli errori di alcuni, Dio fa una chiara distinzione tra i giusti e gli ingiusti di queste comunità, elogiando coloro che agiscono rettamente:

Coloro che credono, i giudei, i sabei o i nazareni e chiunque creda in Allah e nell’Ultimo Giorno e compia il bene, non avranno niente da temere e non saranno afflitti.

(Corano, 5:69)

Nel secondo verso ampiamente usato dai fondamentalisti, è scritto:

Quando poi per orgoglio si ribellarono a ciò che era stato loro vietato, dicemmo loro: “Siate scimmie reiette!”.

(Corano, 7:166)

Come il verso stesso chiarisce, questa condanna è per chiunque abbia ignorato gli ordini divini. E ancora una volta il verso è preceduto da una netta distinzione tra i giusti e i trasgressori. Nel verso 164, Dio parla di alcuni ebrei che ha ammonito con persistenza gli ingiusti della loro comunità, provando a riportarli sulla retta via.


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E nel verso 159 dello stesso capitolo, il Signore porta all’attenzione alcune persone tra le comunità ebraiche:

Tra il popolo di Mosè c’è gente che si dirige con la verità e in base ad essa agisce con giustizia.

(Corano, 7:159)

L’ultimo verso usato dai fondamentalisti si riferisce in realtà, ancora una volta, a coloro che hanno disobbedito agli ordini di Dio. Dopo aver esaltato i giusti tra i cristiani e gli ebrei, nel verso 62, il Corano condanna i trasgressori che hanno infranto lo Shabbath, nel verso 65:

In verità, coloro che credono, siano essi giudei, nazareni o sabei, tutti coloro che credono in Allah e nell’Ultimo Giorno e compiono il bene riceveranno il compenso presso il loro Signore. Non avranno nulla da temere e non saranno afflitti.

(Corano, 2:62)

Avrete saputo di quelli dei vostri che trasgredirono il Sabato ai quali dicemmo: “Siate scimmie reiette”

(Corano, 2:65)

Questi versi condannano chiaramente soltanto coloro che trasgrediscono la volontà di Dio.

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Leggendo il Corano nella sua interezza, diventerà chiaro che non c’è una visione avversa agli ebrei in quanto tali, anzi, ebrei giusti e pii sono spesso lodati dal nostro Signore in molti versi in cui viene rivelato che per loro ci sarà una grande ricompensa. Infatti lo stesso profeta Muhammad è stato un grande esempio di questo approccio. Basti pensare alla Costituzione di Medina, la prima costituzione scritta nella storia che tuteli la vita, il credo, l’onore e i diritti degli ebrei, considerandoli come fratelli dei musulmani.

Speriamo che i musulmani di tutto il mondo abbandoni l’ostilità verso gli ebrei con una giustificazione di pretesa religiosità. Dio vuole che amiamo e proteggiamo i nostri fratelli del “popolo del libro”.

Non possiamo permetterci di essere divorati da rabbia e odio quando i dettami religiosi che diciamo di seguire ci spingono a fare il contrario. Dovremmo tenere a mente che gli errori di alcuni non possono giustificare l’ostilità verso un’intera società, e soprattutto non ci sono giustificazioni religiose a questo atteggiamento.


di Adnan Oktar


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