Ljubav, le parole dell’amore

Video di Monica Ranieri. Foto di Aleksandra Spasov

Il video rientra nel progetto A special life della onlus Psy+ di cui Frontiere News è media partner. Psy+ da tempo sostiene il diritto all’inclusione delle persone con bisogni speciali. Obiettivo del progetto è offrire un concreto supporto alle realtà che lavorano per offrire alle persone con disabilità un’alternativa all’ istituzionalizzazione.

Naša Kuća è un laboratorio frequentato da giovani adulti serbi con disabilità mentale. Ma è anche il perno di una lunga battaglia sociale per assicurare loro il diritto al lavoro e condizioni dignitose nella società belgradese.

In questo profluvio di parole che abbiamo cercato di tradurre, concentrandoci su quelle che potrebbero descrivere in qualche modo la capacità di vivere e di avere esperienza di qualcosa di così indefinibile come l’amore, ve n’è una, “bre”, che non è collegata direttamente al tema, ma che sarebbe comunque risultata intraducibile. È una parola che Bata – uno dei protagonisti del video – usa spesso, e letteralmente, non si può che amare la sua voce mentre la pronuncia. Ma, effettivamente, così come per l’amore, risulta complicato fornirne una qualche spiegazione.
È una parola di uso comune in Serbia, non significa nulla, eppure significa tutto, come spiega Momo Kapor: “Come tradurre questa parola così minuscola, ma così importante, in una lingua straniera? Include un pizzico di cattiveria, disprezzo, ma anche gentilezza e leggerezza, e c’è anche un pizzico di ribellione e insubordinazione, e qualcosa di turbolento e dispotico… Serve per esprimere accordo e ammirazione, ma anche disapprovazione e rammarico, meraviglia, conforto e avvertimento, sorpresa e incoraggiamento, stimolo e sostegno, ma anche implorazione. Ci possiamo riconoscere tutti in questo piccolo bre, con tutti i nostri difetti e le nostre virtù, sembra incarnare la nostra stessa quintessenza, e se scomparissimo un giorno dalla faccia della Terra, senza alcun dubbio risorgeremmo da queste tre lettere”.

I ragazzi di Naša Kuća al Matrijaršija (gestito dal collettivo Fijuk), parlando e cantando d’amore:

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