di Stano Daniel, coordinatore REYN*
Mentre la nascita di mio figlio si avvicinava rapidamente, mi sono ritrovato spesso a pensare a cosa mi era mancato da bambino. Leggevo spesso libri con eroi ed ero triste perché nessuno di loro mi assomigliava. I ragazzi di cui leggevo le avventure erano tutti di pelle chiara; diversi da me – un bambino dalla pelle scura di un quartiere operaio, un ragazzo rom i cui genitori lottavano per mantenere il posto di lavoro in un Cecoslovacchia in trasformazione.
Oggi so che ci sono una serie di eroi rom che posso far conoscere a mio figlio. Ma spesso le loro storie sono inquadrate nei libri di storia, noiosi e troppo descrittivi.
Ciò è recentemente cambiato grazie a Jud Nirenberg, che ha reso la vita dei padri rom un po’ più facili. Nel suo libro Johann Trollmann and Romani Resistance to the Nazis, Nirenberg ha riportato in vita un eroe rom per i nostri figli. Contrariamente al titolo descrittivo, il libro non è incentrato solo sulla persecuzione di sinti e rom da parte dei fascisti, è molto più di una rappresentazione degli eventi storici. Restituisce un volto umano alla storia del genocidio dei rom tramite la rivisitazione della storia del campione dei pesi mediomassimi della Germania – Rukeli – il cui nome in romanì significa albero.
Il libro racconta in maniera toccante i primi anni di vita di Rukeli, l’ambiente famigliare e la scuola. Leggiamo dei suoi primi giorni a scuola e di come avesse fatto arrabbiare il suo insegnante non rispondendo quando veniva chiamato Johann. Solo chi ha una comprensione della cultura rom per i soprannomi può capire quale fonte di confusione deve essere stato per lui venire chiamato in un modo diverso da Rukeli. Più facile è stata per il fratello Carlo, con il quale Rukeli condivideva il letto. A casa veniva chiamato Kalo (“nero” in romanì), pronunciato quasi come Carlo in tedesco.
Il libro di Jud Nirenberg non è una storia per bambini. Ma i contenuti e la narrazione ci ricordano di un mestiere che abbiamo quasi dimenticato. Raffigurare eventi storici nell’ambiente Romani non è mai stato incentrato sui dettagli storici. Piuttosto erano le storie, i personaggi, la trama e la suspense. Jud ha fatto un ottimo lavoro nel ricordarci di questa tradizione. Nirenberg ci ha dato le risorse, ora spetta a noi – come padri rom – condividere la storia con i nostri figli. Proprio come i nostri nonni hanno fatto ogni volta che la famiglia si riuniva.
L’arte della narrazione è sempre stata parte della cultura rom e non in un lontano passato, ma fino a poco tempo fa. Durante la mia infanzia ci raccontavamo i film che avevamo visto. A differenza di oggi, non avevamo l’opportunità di passare un DVD a un amico o inviargli il link di un film online. Il racconto e la rivisitazione sono stati gli unici modi per condividere. Forse abbiamo bisogno di tornare a questo; magari partendo da un libro e dalla storia di Rukeli.
Grazie Jud!
*REYN-Romani Early Years Network è una rete di professionisti e para-professionisti che lavorano a stretto contatto con le comunità rom in nel campo dello sviluppo della prima infanzia. Sabato 24 maggio è nata anche REYN Italia. Visitate il loro sito reyn.blog.issa.nl
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