Do you remember Balkan route?

di Luca La Gamma

A quasi un anno di distanza dalla chiusura della rotta balcanica, arriva il web doc che racconta la strada percorsa da migliaia di rifugiati per raggiungere l’Europa. Un documentario multimediale che coniuga fumetto, video e testi, e che descrive il paradosso dei muri costruiti dai governi di una regione oggi sì frammentata, ma che fino a pochi anni fa era riunita in un’unica nazione. Il progetto, partito da Bologna, è nato dalla collaborazione tra gli illustratori di Graphic News e la casa di produzione Smk Videofacoty, con il supporto di Q Code magazine.

Per 6 mesi migliaia di persone hanno percorso la rotta balcanica, a piedi, attraverso 8 nazioni, per riuscire ad entrare in Europa e scongiurare le rotte dei barconi, ben più costose e rischiose. Dopo l’innalzamento del muro al confine con l’Ungheria voluto da Orban, le organizzazioni internazionali e i governi hanno ideato un sistema di smistamento dei rifugiati in transito sui Balcani. Come dei pacchi in una catena di montaggio, le persone venivano spostate da una stazione all’altra, da un Paese all’altro, in una gara dove più che la solidarietà contava l’urgenza dei governi di liberarsi di queste persone dalla propria nazione.
Il senso di questo progetto è quello di raccontare l’assurdità dei confini nei Balcani dove prima era tutta Jugoslavia, una cosa che noi, che viaggiamo attraverso l’Europa, non conosciamo. “L’idea – raccontano gli ideatori del web doc – era sperimentare i due linguaggi, video e fumetto, per raccontare una storia. E avere con noi i fumettisti è stata un’esperienza preziosa. Quando ci impedivano di girare, loro disegnavano ciò che accadeva, ciò che vedevamo. Con il video poi rischi di raccontare le emozioni in modo banale, mentre il disegno permette di rendere più sfumature”.

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Il viaggio è partito da Bologna verso la città ungherese di Roszke dove è stato costruito un muro anti immigrati alto 3 metri. E poi nei villaggi della campagna della Serbia, diventata centro di smistamento burocratico per i documenti dei richiedenti asilo, fino ad arrivare in Croazia e in Slovenia dove, a pochi chilometri dall’Italia, è presente una recinzione per allontanare i rifugiati che in cima alle montagne non sono mai arrivati e che adesso è utile solo a impedire l’ingresso in area Schengen a conigli e cervi.
La “rotta balcanica” è stata ufficialmente chiusa nel marzo 2016, in seguito agli accordi tra Turchia ed Unione Europea, ed è subito caduta nel dimenticatoio.

Completamente autoprodotto e autofinanziato (sul sito è possibile anche fare donazioni per sostenerlo), il reportage multimediale unisce diversi stili narrativi per trasmettere il senso di un viaggio sui confini dell’Europa dell’Est su più livelli. Nei 3 capitoli, le tappe del viaggio sono raccontate attraverso i fumetti, i video e le foto. Quattro fumetti disegnati da Brochendors Brothers, Andrea Bruno, Emanuele Giacopetti si intrecciano con i video di Carla Falzone, Andrea Paco Mariani, Marta Melina, Elisa Russo e i testi di Carla Falzone e Francesca Rolandi. “Abbiamo incontrato tantissime persone, rifugiati, volontari ma anche i responsabili di questa situazione come Laszlo Toroczkai, sindaco ultranazionalista di una piccola cittadina al confine dell’Ungheria, che si vanta di aver suggerito a Orban l’idea di costruire il muro e che mentre festeggiava il Natale con i suoi concittadini, pattugliava la campagna con il suo cane al guinzaglio per cacciare i rifugiati – dicono – Bastava ascoltare cosa dicevano queste persone per capire dove saremmo arrivati oggi”.


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