Nell’Africa sub-sahariana si trovano quattro dei cinque paesi in testa alla classifica mondiale di matrimoni prematuri, o infantili: Niger, Ciad, Mali e Repubblica Centrafricana. Nonostante i decenni di campagne atte a scoraggiare o vietare questa pratica, per le donne più povere del mondo è cambiato ben poco. La percentuale delle donne africane che a 18 anni erano già in un’unione coniugale è rimasta invariata dal 1990, e nell’Africa Orientale è addirittura aumentata.
Il matrimonio infantile non ha alcun beneficio sociale. Accelera la crescita demografica e riduce la partecipazione femminile nel lavoro. Tende ad avere conseguenze negative anche sull’economia generale della nazione. Le ragazze che si sposano prima dei 18 anni sono esposte maggiormente al rischio di complicazioni dovute al parto, che rappresentano la causa principale – a livello mondiale – della morte delle ragazze tra i 15 e i 19 anni.
Ma ciò che spesso non viene detto è che ci sono ragazze che in effetti desiderano sposarsi prematuramente. Ho recentemente condotto un sondaggio con 171 persone, la maggior parte delle quali donne musulmane, in due quartieri a reddito basso di Dar es-Salaam, la capitale della Tanzania.
Le ragazze e le donne più povere pensano di avere poche possibilità di guadagnarsi da vivere autonomamente. Persino prima di sposarsi, diverse ragazze appartenenti a famiglie disagiate sono in qualche modo costrette a sottoporsi a rapporti sessuali con dei fidanzati che possono offrire loro cibo e soldi. Molte di loro iniziano a pensare al matrimonio intorno ai 15 anni. Numerosi gruppi etnici sono portatori di aspettative culturali che portano a pensare che l’età adulta abbia inizio tra i 15 e i 16 anni.
Ma spesso le ragazze e i genitori che vorrebbero rimandare il matrimonio non hanno altra scelta, a causa della povertà e del fatto che le donne degli hanno meno opportunità di guadagno degli uomini. Una delle possibili soluzioni al fenomeno delle spose bambine potrebbe essere creare più opportunità di lavoro e di guadagno per le ragazze. Un’altra soluzione è quella di garantire loro un’istruzione maggiore.
Una QUESTIONE DI SCELTe
Un fattore che spinge alcune ragazze a sposarsi presto è dato dai costi nascosti legati all’istruzione. Molte tanzaniane lasciano la scuola dopo le elementari. Nel Paese l’istruzione primaria è obbligatoria per legge, e in teoria è gratuita. Ma esistono tantissimi costi nascosti: tasse aggiuntive, uniformi, libri e trasporto.
Soltanto una piccola percentuale di studenti ottiene voti sufficientemente buoni per essere accettati dalle scuole secondarie pubbliche, e quindi a basso costo. Questo spinge il resto di loro a rivolgersi a scuole secondarie di tipo privato, solitamente troppo costose per chi vive nelle aree urbane più povere. I genitori riconoscono il valore dell’istruzione e vogliono mandare le proprie figlie a scuola. Ma semplicemente non possono permetterselo.
A volte sono le ragazze stesse a voler abbandonare gli studi, ritenendo che l’intimità “contrattuale” del matrimonio possa offrire loro un futuro ben più sicuro di una costosa istruzione superiore.
Dopo l’età di 15 anni, ci si aspetta che le ragazze siano autosufficienti e che siano rispettate dagli altri. Il matrimonio viene visto come un modo più semplice per raggiungere quel rispetto che altrimenti si ottiene con anni di studi, costi altissimi e gratificazioni non sicure.
Le persone che ho intervistato mi hanno detto che i loro quartieri considerano vergognoso il sesso prematrimoniale. Ma concedersi al marito o al fidanzato in cambio di soldi viene percepito come un modo socialmente accettabile per raggiungere l’indipendenza.
Quando le ragazze abbandonano la scuola, non riescono a trovare un lavoro e non hanno abbastanza capitale per iniziare a vendere cibo o altri beni nel proprio quartiere, spesso il matrimonio prematuro è l’unico modo culturalmente accettabile per diventare un’adulta produttiva. Per una ragazza può addirittura essere considerato segno di “successo”: vuol dire che lei ha un buon tabia, cioè un buon carattere.
L’occupazione può aiutare
I politici hanno nelle tradizioni culturali un facile capro espiatorio. Ma non bisogna puntare il dito su di loro per quelle che, altrove, potrebbero essere considerate pratiche retrograde. Provare a sradicarle dai fenomeni culturali, quando sono ben radicate nelle realtà economiche e formative, non riesce a cambiare il comportamento delle persone.
Le donne che vivono nelle aree più disagiate della città hanno bisogno di politiche che creino più opportunità di lavoro. Questo offrirebbe delle alternative a chi altrimenti sceglierebbe un matrimonio precoce.
Negli anni ’90 la Tanzania era leader, nel contesto africano, in merito alle politiche inclusive verso i venditori informali e ambulanti. Ma la rapida crescita demografica e l’aumento della competizione tra commercianti ha avuto come conseguenza che molte donne non riescono ad assicurarsi le license e i permessi necessari per avviare un’attività imprenditoriali in aree sovrappopolate in cui potrebbero potenzialmente avere numerosi clienti. Potrebbero anche non avere il capitale necessario per iniziare, oppure potrebbero dover restare a casa per prendersi cura dei membri della propria famiglia.
Per queste donne potrebbero essere istituiti dei programmi di microcredito a bassissimo interesse, rivolti alle aree più povere della città.
Rendiamo l’istruzione più accessibile
C’è un’altra opzione che potrebbe essere centrata sull’istruzione, da implementare in parallelo ad un migliore accesso alle opportunità di lavoro. La Tanzania potrebbe prendere in considerazione delle politiche orientate all’occupazione e sovvenzionare l’istruzione secondaria per gli studenti più poveri. Ciò fornirebbe alle ragazze e alle loro famiglie la motivazione per far proseguire alle ragazze gli studi. Sono questioni su cui le famiglie povere hanno un controllo limitato: i cambiamenti strutturali devono venire dall’alto.
Finché le ragazze e le loro famiglie pensano che l’opzione più praticabile – e moralmente accettabile – per la sopravvivenza economica di una ragazza sia il matrimonio precoce con un uomo (le cui opportunità di guadagno sono maggiori delle sue), è improbabile che in questo contesto la pratica del matrimonio precoce si possa quantomeno ridurre.
Traduzione a cura di Valerio Evangelista. Su gentile concessione di The Conversation.
Profilo dell'autore
- Docente di Etnologia presso l'Università of Jyväskylä