Un piano da 32 miliardi di dollari per modificare il corso dei bacini di Tigri ed Eufrate e riprendere i sogni industriali di Ataturk. Ma il progetto di Erdogan rischia di spazzare via per sempre il patrimonio culturale e ambientale del Kurdistan settentrionale di Riccardo Bottazzo i chiama Güneydoğu Anadolu Projesi (Gup), traducibile con “Progetto per l’Anatolia Sud Occidentale”, e viene spacciato come un piano di proporzioni bibliche da 32 miliardi di dollari per trasformare gli alti bacini dei fiumi Tigri ed Eufrate con la realizzazione di 22 dighe e 19 centrali idroelettriche. Pensato da Kemal Ataturk, il fondatore dell’attuale Turchia, come un grimaldello per rifondare lo Stato in chiave moderna, spingendolo verso una industrializzazione forzata, nelle mani del presidentissimo Recep Tayyip Erdogan, il Gup è stato trasformato in un…
di Giulia Sabella Lice è uno degli avamposti dell'Hdp, il Partito democratico dei popoli, una città dove il risultato delle elezioni è quasi scontato. La cittadina è infatti uno dei luoghi più importanti per il movimento curdo. È proprio qui che Abdullah Öcalan, il 27 novembre del 1978, fondò il Pkk, il Partito dei lavoratori del Kurdistan. Sempre a Lice è stata eletta la sindaca più giovane di tutta la Turchia, Rezan Zuğurli, di neanche 25 anni. La ragazza è uscita di carcere pochi mesi fa e adesso in prigione si trova il co-sindaco, Harun Herkuş. L'Hdp, guidato da Selahattin Demirtaş e da Figen Yuksekdağ, aveva ottenuto alle elezioni del 7 giugno il 13 percento dei voti, superando la soglia di sbarramento del 10 percento: per la prima volta nella…
Per ricordare la liberazione di Kobane, città simbolo della resistenza allo Stato Islamico, venerdì 13 febbraio 2015 dalle ore 18,00 alle ore 20,00 la Biblioteca Vaccheria Nardi, via Grotta di Gregna 37, ospiterà l’evento Il mio nome è Kurdistan, organizzato dal Servizio Intercultura delle Biblioteche di Roma – Roma Multietnica con la partecipazione di giornalisti e artisti esperti di Medio Oriente e di associazioni impegnate a favore del popolo curdo. Obiettivo dell’incontro è di presentare i recenti lavori scaturiti dalle esperienze di viaggio nelle zone interessate, ma anche di fare il punto sull’attuale situazione in Medio Oriente e in particolare nel Rojava, sulla questione dei profughi e degli sfollati, nonché sulla problematica della diaspora curda in Italia. Programma: ore 18 - saluti di Paola Turchetto, Responsabile della Biblioteca Vaccheria Nardi. saluti di…
di Valeria Ferraro Turchia. Si è conclusa domenica la settimana dedicata alle celebrazioni per il Newruz, festività religiosa che simboleggia l'arrivo della primavera e l'inizio del nuovo anno per i curdi. Venerdì 21, ad un anno dal "cessate il fuoco" tra curdi e turchi e a pochi giorni dalle elezioni amministrative in cui è fortemente messa in discussione la leadership del principale interlocutore del processo di riconciliazione, ovvero il partito al governo Giustizia e Sviluppo (Adalet ve Kalkınma Partisi, AKP), centinaia di persone, curdi ma anche rappresentanti di delegazioni internazionali e turisti, sono affluite nell'antica città di Diyarbakır, o in curdo Amed, per assistere alla rituale cerimonia d'accensione del fuoco. In passato, soprattutto negli anni Novanta, dire Newruz equivaleva - quasi - a dire festa della resistenza curda e…
Molto spesso sono giochi che sfuggono di mano, alcune volte tentativi di rendere concrete le utopie (libertarie, pacifiste o egualitarie), altre volte approdi di uomini in fuga da demoni antichi che, non di rado, riescono a raggiungerli. Sta di fatto che quasi tutte le storie di isole conquistate terminano con una sconfitta, eroica o farsesca. Del resto, come scrive Riccardo Bottazzo, “l’isola è immersa dal mare e nel mare, prima o poi, tornerà a inabissarsi”. Se leggete Frontiere News, non potete non conoscere Riccardo Bottazzo. Da quasi dieci anni, tramite queste pagine ci ha portato in Patagonia sulle orme di Chatwin, nel Chiapas con il subcomandante Marcos, così come in Burundi, in Islanda, a Srebrenica, in Tunisia, nel Kurdistan iracheno. Ma la lista è molto più lunga. E poi c’è…