"In nome di Dio, il clemente, il misericordioso". Inizia così la dichiarazione con cui al-Nusra condanna a morte undici soldati dell'esercito regolare siriano. "Il tribunale della sharia della regione di Deir ez-Zor ha condannato a morte questi soldati apostati che hanno commesso massacri contro i nostri fratelli e le nostre famiglie in Siria". I militanti della formazione legata ad al-Qaeda esultano in un "Dio è il più grande" dopo ogni colpo partito dalla pistola del boia. Una volta che i corpi sono a terra, l'uomo svuota il caricatore per assicurarsi che i soldati siano effettivamente morti. ATTENZIONE - LE IMMAGINI POTREBBERO TURBARE
di Mariam Barghouti* Quando nel 2011 i siriani cantavano per le strade di Damasco "Rivoluzione, rivoluzione per la Siria! Rivoluzione della dignità e della libertà", si aspettavano senza dubbio la soppressione del regime di Bashar al-Assad. Ciò che probabilmente non si sarebbero aspettati, tuttavia, è il compiacimento della comunità internazionale, palestinesi inclusi. Eppure questo è ciò che hanno ricevuto. Il conflitto siriano ha scoperto contraddizioni e preoccupanti carenze tra coloro che combattono in nome della Palestina. Quando i palestinesi vengono aggrediti dalle forze israeliane, spesso gridiamo: "Dove sono gli arabi! Dove siete, arabi?" Eppure, ora che tocca a noi estendere la solidarietà, siamo diventati senza volto come il nostro venerato Handala. Il noto scrittore e pensatore palestinese Ghassan Kanafani ha scritto una volta: "Se stessimo fallendo nel difendere la causa; allora dovremmo cambiare i combattenti e non la causa".…
Tarek was a good husband to his wife, a good friend to all who knew him, and a good Syrian – so much good so that he gave his life for the sake of Syrian dignity and freedom. Four days ago, after Tarek had been imprisoned for some time, an agent from one of the regime secret service’s branches gave Tarek’s family his ID card. This is a message that only Syrians understand – it means that another martyr has passed away under torture. Many non-Syrians know that in Syria countless peaceful activists have given up their lives as an offering in return for the freedom of Syria. But only Syrians know that three years ago, Tarek suggested to a group of activists – proudly enough i was one of them –…
Federica Iezzi è un medico che ha operato in Siria. Ci descrive la tragica situazione medico-sanitaria all'interno delle città assediate. Nelle città siriane assediate, da mesi la guerra causa silenziosamente migliaia di vittime per la drammatica mancanza di cibo e di farmaci. 6,8 milioni di persone aspettano improrogabile aiuto, senza elettricità né riscaldamento, con gli occhi freddi di chi ha visto troppa sofferenza. Di Federica Iezzi Douma (Siria) - I penosi anni di ostilità hanno fatto a pezzi ospedali, laboratori e farmacie. Il 60% degli ospedali è danneggiato o completamente distrutto. La metà dei medici ha lasciato il Paese. La medicina e gli ospedali diventano improvvisati. Dagli ultimi dati divulgati da Save the Children, i neonati scompaiono nel vuoto delle incubatrici a causa della mancanza di elettricità. I più fortunati…
“Aleppo rischia di restare senza acqua potabile”. A lanciare l’allarme è stato il segretario generale dell'ONU, Ban Ki-moon. “Se non si effettuano dei rapidi cambiamenti riguardo la sicurezza della stessa, la popolazione rischia di rimanere a secco”. Il Guardian riporta il suo intervento durante l'International Day of Biological Diversity, dove il segretario generale ha dichiarato: "Viviamo in un mondo sempre più insicuro. Spesso la domanda di acqua supera l'offerta e la qualità non riesce più a soddisfare gli standard minimi. Secondo le attuali tendenze, le esigenze future per l'acqua non saranno soddisfatte. Acqua, cibo, energia e clima sono tutte collegate. La maggior parte delle forme di produzione di energia richiedono acqua e il cambiamento del clima sta rendendo sempre più difficile l'agricoltura, mentre gli eventi meteorologici estremi stanno ostacolando lo…