Nelle appena passate elezioni norvegesi di domenica scorsa ha regnato il caos. Almeno per i media italiani, che titolavano a caratteri cubitali: “Ha vinto il partito di Breivik” oppure “Il partito dello stragista Breivik al governo”, titoli che, dopo alcuni giorni dai risultati definitivi, appaiono quanto mai caotici e privi di una realtà oggettiva, come fatto notare da Paolo Sinigaglia su Valigia Blu. Certamente nessuno può negare la realtà uscita dalle urne norvegesi: il partito del premier Jens Stoltenberg, che guidava una coalizione rosso/verde da quattro anni, è uscito con le ossa rotte, perdendo il 4,5 % dei consensi (pur rimanendo primo partito nel Paese), mentre avanzano i partiti di destra, primo tra tutti il Partito Conservatore di Erna Solberg, che invece ha avuto un incremento di voti del 9,6%; in generale è…
Sentenza emessa a carico di Anders Breivik. L’assassino è stato condannato a 21 anni di detenzione per l’attentato ad Oslo ed il massacro di Utoya. L’uomo, che ha accolto con un sorriso la sentenza di condanna che egli stesso auspicava, è stato dichiarato sano di mente. Nel caso di riconoscimento di infermità mentale invece sarebbe stato condannato a trascorrere il resto dei suoi giorni in un ospedale psichiatrico, ed in questo caso, l’uomo, avrebbe fatto ricorso alla sentenza. In Norvegia la pena passima in caso di condanna è proprio 21 anni, anche se, nel caso venga riconosciuta la pericolosità, il fermo in carcere potrebbe prolungarsi. Questa condanna potrebbe permettere quindi a Breivik di tornare in libertà a 52 anni. Oggettivamente sembra veramente ingiusta una pena tanto esigua, se si pensa…
Polemiche per la tesi di Johan Galtung, famoso sociologo norvegese e direttore del "Centro per la ricerca della pace" a Oslo, secondo cui il mostro di Oslo Anders Behring Breivik sarebbe legato al Mossad. Galtung trova significativo che quella strage sia avvenuta il 22 luglio, data in cui nel 1946 un gruppo terrorista sionista fece esplodere i comandi del Mandato britannico nell'Hotel King David di Gerusalemme. E ritiene che gli investigatori di Breivik abbiano messo a punto "un dossier relativo ad Israele". Nel suo lungo Manifesto, Breivik non aveva lesinato espressioni di stima verso lo Stato ebraico, per la sua lotta contro il terrorismo islamico. E forse anche questo ha influenzato il pensiero del sociologo norvegese. In una intervista via mail con il quotidiano Haaretz, rilanciata con grande evidenza nel suo…
Quarantamila norvegesi si sono riuniti vicino al carcere di Oslo per cantare "Barn av regnbuen" (Figli dell'arcobaleno), la canzone maggiormente odiata da Anders Behring Breivik. Si tratta di un adattamento di una canzone di Pete Seeger cantato dal compositore folk norvegese Lillebjoern Nilsen. "Un buon esempio di marxismo infiltrato negli ambienti culturali" secondo Breivik, in quanto servirebbe come "lavaggio del cervello degli studenti norvegesi". In realtà la popolarissima canzone recita così: "Vivremo insieme, ognuna sorella e ognuno fratello, piccoli figli dell'arcobaleno e di una terra verde". Al raduno erano presenti anche i ministri della Cultura dell'intera Scandinavia: dalla stessa Norvegia alla Svezia, dalla Finlandia alla Danimarca, fino all'Islanda. "La canzone non è mai stata così bella", ha affermato Lill Hjoennevaag, tra le promotrici della campagna anti-Breivik lanciata su Facebook.
Anfers Behring Breivik, punta il dito contro gli psichiatri. Al processo di Oslo per il massacro, lo scorso luglio, di 77 persone, il killer difende la propria sanità mentale, dopo che la perizia ufficiale lo ha dichiarato «schizofrenico paranoico». «Forse non è tutta in malafede, ma è del tutto falsa», ha argomentato in aula. Gli psichiatri avrebbero un solo scopo: «screditarlo». Si tratta di un punto fondamentale per Breivik, anzi del punto centrale di tutta la sua strategia nella sua arringa. Anzitutto per il significato del suo «gesto», che egli definisce un «attacco preventivo contro i traditori della patria», colpevoli, ai suoi occhi, di voler distruggere la società norvegese con il multiculturalismo e «l'invasione islamica». Una sentenza di malattia mentale infatti «svilirebbe» la sua azione stragista, facendola apparire come il…