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‘Fie a Manetta’, le barcaiole veneziane contro il machismo lagunare

Andare in barca nella città lagunare significa vivere la città nella sua dimensione più autentica. Non solo, la pandemia ha dimostrato che in certi casi si tratta di sopravvivenza. Eppure da sempre il mondo delle barche è stato riservato ai soli uomini; una tradizione riservata che viene tramandata da padre a figlio. Fino a qualche mese fa, quando un collettivo di circa cinquanta donne l'ha messa in discussione. “Fia”, a Venezia, significa ragazza. Un termine dialettale, un po’ sbarazzino e un po’ confidenziale, con cui rivolgersi alle giovani e alle giovanissime. La “manetta” in questione è quella del timone del fuoribordo. Tenerlo “a manetta” vuol dire procedere alla velocità massima del motore. Una traduzione di “Fie a Manetta” potrebbe quindi essere “ragazze a tutto gas”. E, siccome stiamo parlando di…
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Perché abbiamo occupato il red carpet di Venezia in nome dell’ambiente

Parlano gli attivisti che hanno ‘invaso’ il Festival del Cinema e ricevuto l’appoggio di Mick Jagger e Roger Waters: “Venezia è diventata la città delle navi inquinanti e grandi opere fallimentari; da qui lanciamo l’allarme per tutelare l’ambiente e la biodiversità” Lo avevano annunciato sin dall’inizio, i giovani del Climate Camp. Come si usa adesso, ne avevano fatto pure un hashtag: #wewanttheredcarpet. Noi vogliamo il tappeto rosso. Il tappeto in questione è quello conduce all’elegante sala delle premiazioni della Mostra del Cinema di Venezia. Quello riservato ai grandi divi dello schermo che fanno passerella tra fan scatenati a chiedere autografi e selfie. Mai, prima di sabato 7 settembre, il tappeto rosso delle celebrità era stato “profanato” da persone che con i luccichii di Hollywood hanno poco da spartire. “Anche se,…
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Continuare a guardare all’Europa? Per l’America Latina sarebbe un suicidio collettivo

L’intellettuale e sociologa boliviana Silvia Rivera Cusicanqui spiega quali sono le possibili vie per la decolonizzazione. Da un'intervista di Fabiana Bringas per il programma radiofonico argentino “Bajo el mismo sol”, pubblicata sulla rivista digitale La Tinta e tradotta dallo spagnolo da Maria Rossi per lamacchinasognante.com* Identificazione e decolonizzazione Silvia Rivera crede che “decolonizzazione” – termine di riferimento in tutta la sua produzione accademica – sia diventata una parola “magica”, tanto da contenere tutto e niente. Segnala che sta succedendo qualcosa  di pericoloso, la tendenza è pensare che la colonizzazione riguardi solo gli indigeni, quando in realtà “i più coinvolti sono i meticci”, persino il colonizzatore deve decolonizzarsi perché inserito in una relazione di potere “illegittima, spuria e violenta”. Dall’altro lato, afferma che non le piace parlare di “identità”, preferisce piuttosto “identificazione” – Con cosa…
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Patrícia Galvão: voci, storia e militanza di una scrittrice femminista brasiliana

Patrícia Galvão è stata una femminista, scrittrice e giornalista, militante comunista e prima prigioniera politica donna del Brasile. Ripercorrendo la sua storia, i suoi viaggi e i suoi scritti, si vorrebbe sfatare miti e stereotipi costruiti su di lei: da quello della giovane ingenua, trasgressiva e ribelle, a quello di una “musa tragica”, disillusa dopo anni di carcere e delusioni della vita politica. La storia e le opere di Patrícia Galvão (1910-1962) sono mal conosciute in Brasile e praticamente ignorate altrove (nessuno dei suoi scritti è mai stato tradotto in italiano). Femminista, scrittrice, instancabile traduttrice, disegnatrice, critica letteraria e teatrale, giornalista, corrispondente per tre giornali brasiliani durante il suo viaggio per il mondo (Stati Uniti, Giappone, Cina, Unione Sovietica, Germania e Francia), militante comunista imprigionata per cinque anni durante la…
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Che cos’è un harem?

di Paola Magno per La macchina sognante* Pensate alla parola harem. Cosa affiora subito alla mente? Nell’immaginario comune quasi sempre una dimora orientale dove ammalianti odalische intrattengono con pratiche erotiche il proprio padrone. Questo stereotipo tipicamente occidentale, con una chiara connotazione sensuale ed estetica, si è consolidato ormai da più di un secolo, come dimostrano le opere di pittori europei quali Donne turche al bagno di Delacroix e Bagno Turco di Ingres ed è rimasto tale fino ad oggi. Volendo allontanarsi dall’ideale occidentale, si scopre che la dimensione erotica rappresenta solo un aspetto dell’istituzione dell’harem, che assume invece caratteristiche diverse a seconda delle epoche storiche. Tra le personalità che meglio hanno trattato questa tematica non si può non ricordare la marocchina Fatima Mernissi, docente di sociologia presso l’Università Mohammed V di Rabat…
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