L’Unione europea nel 2011 ha accolto 84.100 richiedenti asilo, solo sette paesi, fra cui Francia e Italia, hanno concesso oltre tre quarti delle autorizzazioni. E’ quanto emerge dai dati Eurostat, secondo cui la Gran Bretagna è il primo paese che ha dato protezione a 14.400 persone, seguito da Germania con 13.000, Francia con 10.700, Svezia con 10.600, Olanda 8.400 e Italia 7.500. Il gruppo più numeroso è quello degli afgani che rappresenta il 16% del totale, poi iracheni e a seguire Somali. Nel 2011 sono state 365.600 le decisioni prese sulle richieste di asilo nell’Unione Europea, di cui 237.400 in prima istanza e 128.200 in appello. In totale sulle 84.100 persone che hanno ottenuto protezione dall’Ue nel 2011, 42.700 hanno ottenuto lo status di rifugiato, 29.400 una protezione sussidiaria e…
di Emilio Garofalo Vivono nella regione amazzonica dell’Ecuador, nella provincia di Bobonaza. Sono circa 2mila. Guidati da un leader di popolo, che si chiama Jose Gualinga, i Sarayaku conducono l’esistenza nel pieno rispetto della libertà personale e della armonia sociale. Tutelano le ricchezze del loro territorio, un piccolo angolo della giungla orientale. Un paesaggio piatto, lussureggiante, dove grandi fiumi tagliano verdi pianure. E, in piena armonia biologica, convivono animali feroci e creature comuni. I Sarayaku salvaguardano se stessi, restando legati alle loro tradizioni, al loro stile di vita, non ponendo pure ostacoli alla diffusione di nuove culture ma tramandando, nel tempo, la filosofia storica della loro gente, con l’obiettivo di tutelarne l’identità. Vivono in pace. Così, da sempre, è stato. Sino a dieci anni fa. Nel 2002, infatti, la CGC, compagnia petrolifera…
“In Italia non ci sono ancora politiche adeguate per alleviare la povertà minorile, e quando ci sono non sono mirate a chi ne ha più bisogno”. Il giudizio netto arriva dalla sociologa Chiara Saraceno, esperta nazionale sulla povertà, durante la presentazione del rapporto Unicef intitolato appunto Misurare la povertà tra bambini e adolescenti. Realizzato dal Centro di Ricerca Innocenti dell’Unicef, il rapporto analizza e confronta i dati sulla povertà infantile nei 35 Paesi più industrializzati del mondo, dove certi servizi fondamentali dovrebbero essere garantiti. I 30 milioni di bambini che secondo questo rapporto vivono in povertà dimostrano però che le cose non sono così semplici. In questa speciale classifica l'Italia sta al 29° posto, col 15,9% dei bambini e degli adolescenti tra 0 e 17 anni che vive in una…
Testo e foto di Riccardo Bottazzo La primavera in Rwanda si tinge di viola. E’ il colore del lutto. E’ il colore del genocidio a colpi di machete che 18 anni fa, nell’aprile del ’94, insanguinava il Paese delle Mille Colline. Torrenti di sangue trascinavano a valle i corpi macellati dei tutsi, sino al lago Vittoria dove si impigliavano nelle reti dei pescatori. Oggi le tracce delle fosse comuni scavate sulle sponde ugandesi del lago da cui nasce il Nilo, culla di civiltà, sono state cancellate per non turbare le coscienze dei turisti che non riuscivano a dare un senso ad una tale ecatombe. Non facciamone una colpa. E’ impossibile farsi anche una pallida idea di cosa significa un milione di morti ammazzati in meno di tre mesi. E’ come…
Quarantamila norvegesi si sono riuniti vicino al carcere di Oslo per cantare "Barn av regnbuen" (Figli dell'arcobaleno), la canzone maggiormente odiata da Anders Behring Breivik. Si tratta di un adattamento di una canzone di Pete Seeger cantato dal compositore folk norvegese Lillebjoern Nilsen. "Un buon esempio di marxismo infiltrato negli ambienti culturali" secondo Breivik, in quanto servirebbe come "lavaggio del cervello degli studenti norvegesi". In realtà la popolarissima canzone recita così: "Vivremo insieme, ognuna sorella e ognuno fratello, piccoli figli dell'arcobaleno e di una terra verde". Al raduno erano presenti anche i ministri della Cultura dell'intera Scandinavia: dalla stessa Norvegia alla Svezia, dalla Finlandia alla Danimarca, fino all'Islanda. "La canzone non è mai stata così bella", ha affermato Lill Hjoennevaag, tra le promotrici della campagna anti-Breivik lanciata su Facebook.