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Mario d’Offizi – Raccontare le molestie dei preti, la guerra e l’apartheid. Senza rancore

L'hanno definito il Bukowski del Sudafrica. Qualcuno azzarda paragoni con Miller e Kerouac. Mario d'Offizi, poeta col passato tra collegio cattolico, guerra d'Angola e pubblicità, è stata una delle voci più interessanti del post apartheid. Padre italiano, madre irlandese, d'Offizi racconta nel suo romanzo autobiografico Bless Me Father (appena uscito in Italia con la Compagnia delle lettere) una storia di ribellione e violenza, nella quale tuttavia è impossibile scorgere alcuna traccia di rabbia. Nemmeno quando racconta il capitolo più doloroso della sua vita: le violenze sessuali subite nella sua permanenza nel collegio, prima da un giovane prete di passaggio, poi da padre Reginald Orsmond, che in seguito sarebbe diventato arcivescovo di Johannesburg. Episodi centrali nel percorso di Mario, il cui segno più evidente è la sua capacità di “ascoltare” la…
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Senegal: attacchi alla comunità evangelica, un’ombra sulla tolleranza e la convivenza religiosa

di Valentina Pomatto Da settembre 2010, 7 chiese evangeliche di Dakar sono state distrutte e saccheggiate. Tre di questi atti vandalici sono avvenuti recentemente, a fine giugno, nel quartieri periferici di Yoff, Thiaroye e Niary-Tally. Questi ripetuti episodi di violenza nei confronti della comunità evangelica pongono inquietanti interrogativi sullo stato di salute della laicità e della convivenza religiosa nel Paese. In una calda domenica pomeriggio, incontro M., Pastore della Chiesa Evangelica. E' il 10 luglio, data scelta inizialmente dalla FES (Fraternità Evangelica del Senegal) per organizzare una manifestazione a Dakar, in seguito agli attacchi subiti da diverse chiese evangeliche della capitale. La marcia pacifica è poi stata annullata e sostituita da un momento di preghiera collettiva, mi spiega il Pastore, per non alimentare la spirale di violenza e non offrire…
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Africa, sessant’anni di solitudine

Festeggiare la Giornata mondiale dell'Africa significa sforzarsi di tornare a cavallo tra gli anni '50 e '60 e tentare di annusare quel profumo utopico di rivoluzione e cambiamento mischiato all'odore dolciastro del sangue degli innocenti. Significa abbandonare tutte le nostre idee preconcette di democrazia, di modernità, di civilizzazione e abbracciare l'impeto e la violenza di una storia che ci ha visti ora carnefici ora spettatori inermi. Proviamo a ripercorrere questo periodo, banalmente denominato "decolonizzazione". FEDELTA' INCONDIZIONATA. Durante la Seconda guerra mondiale le colonie africane combattevano strenuamente a fianco dei colonizzatori contro nemici sconosciuti. Il futuro primo ministro del Sudafrica Henrik Verwoerd, ad esempio, aveva sostenuto Adolf Hitler e molti governatori coloniali francesi appoggiarono fino al 1943 il governo di Vichy. Contemporaneamente le conquiste in estremo oriente dell’Impero nipponico causarono un’improvvisa…
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