di Ilaria Bortot Sarit Jacobsohn è una di quelle donne che a quarantanni ne dimostra ancora venti, che ha un passato doloroso alle spalle ma che continua a dipingere quadri pieni di colori perché, come dice lei stessa, “viviamo nel posto più bello” ed è bello ricordarsene anche attraverso l'arte. La nostra chiacchierata Milano-Tennessee parte subito dal suo passato. Inizio con una domanda che mi sembra banale: “Da dove vieni?” e lei risponde: “Sono una cittadina del mondo”. Non poteva essere una risposta più azzeccata. Sarit nasce a Hong Kong e i suoi primi anni di vita li passa a viaggiare in Asia con sua madre. A quattro anni si trasferiscono definitivamente a Tel Aviv. A 18 anni, come ogni cittadino israeliano, viene arruolata nell'IDF. A poco serve fare resistenza.…
In un'intervista al Fatto Quotidiano Moni Ovadia annuncia il suo addio alla comunità ebraica di Milano. "Ho imparato dai profeti d’Israele che bisogna essere al fianco dell’oppresso", ha dichiarato l'attore riferendosi al popolo palestinese. Iscritto alla comunità "per rispetto dei miei genitori", Ovadia ha deciso di andarsene perché non vuole "più stare in un posto che si chiama comunità ebraica ma è l’ufficio propaganda di un governo". "Gli ebrei sono come tutti gli altri. Si trovano in una condizione in cui il nazionalismo è a portata di mano? Diventano i peggiori nazionalisti, malgrado la Torah condanni l’idolatria della terra. L’ebraismo è una cosa, lo Stato d’Israele un’altra. Qualcuno ha sostituito la Torah con Israele. Il buon ebreo, dunque, non è quello che segue la Torah, ma quello che sostiene Tel…
"Non voglio che il mio nome sia associato a un'organizzazione islamofoba. E chi è a finanziare le Femen? Se fosse Israele? Voglio saperlo". ISLAMOFOBIA - In un'intervista rilasciata all Huffington Post Maghreb, la Femen tunisina Amina Sboui (conosciuta anche come Amina Tyler) annuncia il suo addio al noto gruppo femminista. Dopo due mesi e mezzo di detenzione, contraddicendo quanto dichiarato appena uscita dal carcere, la diciottenne Amina abbandona le Femen. La goccia che ha fatto traboccare il vaso? "Non mi è piaciuta l'azione in cui le ragazze strillavano 'Amina Akbar, Femen Akbar' (prendendo in giro una preghiera islamica) davanti all'ambasciata di Tunisia in Francia, o quando hanno bruciato la bandiera di Tawhid (l'unicità di Dio, dogma fondamentale dell'islam) davanti alla moschea di Parigi". L'attivista, diventata popolare a livello mondiale dopo aver diffuso…
Con 43 voti a favore e 40 contro, il 24 giugno il Knesset israeliano ha dato il primo via libera al cosiddetto Prawer Plan, un piano discriminatorio che prevede la confisca dei territori arabi beduini nel Negev (Naqab), il trasferimento coatto di 40.000 beduini del deserto e la demolizione di 36 villaggi in cambio di risarcimenti (leggi il testo completo). Si tratta di una vera e propria deportazione della comunità beduina verso moderne baraccopoli, agglomerati urbani che porterebbero certamente alla fine del tradizionale stile di vita beduino. I risarcimenti previsti dal governo sono irrisorie somme di denaro che non solo non basterebbero a dare sostentamento in città alle famiglie che vivono nell’area del deserto, ma ucciderebbe definitivamente lo stile di vita beduino, fatto di pastorizia e agricoltura. I beduini che…
Ucciso un uomo ebreo per aver urlato ad alta voce Allah Akbar (Dio è grande) nei pressi della moschea di al-Aqsa, a Gerusalemme est. Secondo fonti israeliane, l’incidente e’ avvenuto alle 7:40 del mattino nei bagni pubblici della moschea di al-Aqsa. L’agente che ha sparato ha detto di aver aperto il fuoco perché l’uomo “si e’ messo le mani in tasca e ha urlato Allah Akbar. I soccorsi hanno tentato di rianimare il ferito, tuttavia il personale medico ha potuto solo constatare la morte dell’uomo. Miky Rosenfeld, portavoce della polizia israeliana, ha confermato la testimonianza dell’agente, aggiungendo che l’uomo sembrava un estremista palestinese. Secondo le prime informazioni la vittima sarebbe un uomo di 50 anni, frequentatore assiduo della Spianata del Muro del Pianto.